sabato 24 marzo 2012

quattro giorni al gelo di mosca (4)


5- la verità
nel lontano 1984, e per la verità anche prima, il giornale più venduto a Mosca, in tutta la Russia e in tutta la URSS, era la PRAVDA che , tadotto in italiano, vuol dire Verità (?!?!?!). Molcin, a questo punto, mi racconta che recentemente Sergiej Shemuk , un minatore di una sperduta provincia russa, ha battuto il leggendario record di persistenza e produttività al lavoro di Stachanov da cui deriva il termine stakanovista. Che si attribuisce a tutti quei lavoratori che, indefessamente, stanno al lavoro (duro lavoro) ben oltre il tempo loro richiesto. In effetti Stachanov non fece il record di persistenza al lavoro, ma di produttività, estraendo in poco più di 5 ore ben 102 tonnellate di carbone. Shemuk nel 2010 ne ha estratte 170 nello stesso tempo.
Da cui il termine Shemukista , che suona un po' male.

Il giornalista della Pravda che ai tempi scrisse il pezzo su Stachanov, fece un errore attribuendo a Stachanov un nome diverso da quello giusto (Aleksander invece di Aleksej... o viceversa). Ma la Pravda è la verità e non può sbagliare e quindi Stalin diede ordine di cambiare i documenti di Stachanov e di tutta la sua famiglia - leggi l'articolo di Nicola Lombardozzi su la Repubblica -

Molcin mi dice che la Pravda non si vede più in giro; è solo un piccolo giornale di partito. Ed ecco perchè la foto che vedete in alto a sinistra, e che ho scattato sul metrò, è una foto rara e futuramente storica

6 - paese che vai usanze che ... copi
Partendo dalla provinciale Italia pensavo di raggiungere un posto (la Russia) più evoluto almeno dal punto di vista del livello culturale dei suoi abitanti. In effetti Mosca è piena di teatri. Ci sono teatri ovunque anche in periferia. E c'è pure un quotidiano (mi informano Molcin e mrs Quillery) che parla solo di cultura. Ed è vendutissimo. Altro che Pravda!
Bene, tutto convinto di ciò, vengo condotto sul ponte dell'amore. Sul ponte dell'amore? E qui la delusione è cocente e disarmente. Il ponte dell'amore è un ponte sulla Moscova pieno di alberelli di ferro stracolmi di..catenacci dell'amore di Moccia! No, Moccia no! Qui, in effetti, manco sanno chi è Moccia , ma hanno preso questa becera usanza importandola acriticamente da qualche becera città occidentale.

7 - la pasta a Mosca
Dopo la delusione del ponte di catenacci ci facciamo la solita passeggiata al gelo fino a che uno dei tre (io per la precisione) non decide che c'è troppo freddo. Imploro i miei due ospiti di portarmi al riparo per bere un tè o un caffè o, comunque, una cosa liquida e caldissma. Anche acqua del radiatore di una Lada appena spenta.
Sono le 5 del pomeriggio, il gelo è totale (tipo the day after tomorrow) ed entriamo in un elegante caffè. Il camerire appena realizza che siamo italiani ci dice che è pronta dell'ottima pasta asciutta. Alle 5 del pomeriggio? No grazie, noi vogliamo un caffè, magari con un dolcetto

8 - grande, molto grande
tornando a casa passiamo davanti al teatro più famoso del mondo : il Bolscioj. Molcin mi dice che Bolscioj vuol dire grande , anzi massimo. Quindi teatro Bolscioj vuol dire teatro massimo come quello di Palermo. Ma bolscioi si usa pure per dire grazie mille: spassiba bolscioj e anche nel termine Bolscevico c'è la radice bolscioi. Bolscevichi, infatti, vuol dir più o meno quelli della maggioranza.

9- a casa di Molcin
Molcin e mrs Quillery stanno in una bella casa di una bella zona di Mosca , quella della Arbat. A me tocca dormire in un largo (bolscioj) divano letto di solida fattura sovietica. E' comodo e resistente. Ma durante la penultima notte collassa (crolla) dalla parte del capezzale portandosi sul pavimento anche la mia testa. Nulla di grave, ma la sera successiva abbiamo dovuto procedere al tentativo di aggiustarlo. Se no sarei stato costretto a dormire in un divano più bolscioj e più comodo. In un stanza molto bolscioj!
Io e Molcin, in caldi abiti da notte, subito dopo la partita del Napoli che ha umiliato il Chelsea, abbiamo cominciato a manipolare il divano sovietico. Che essendo sovietico era pesante, austero e inaggiustabile se non da validi e geniali ingegneri sovietici stakanovisti. Quelli che hanno costruito la Vostok I di Yuri Gagarin. Infatti siamo stati due o tre ore solo per capire il geniale meccanismo che doveva impedire il crollo del mobile. E dopo avere buttato sangue e fiumi di sudore ci siamo arresi, certi che il solo modo di aggiustarlo era quello , prima, di distruggerlo. Molcin mi vuole chiedere i danni....Io lo stesso a lui, simulando un forte dolore alla tempia sinistra dovuta alla zuccata sul pavimento di marmo della Siberia. Ci accordiamo per un pareggio a reti inviolate e mi vado a coricare nel ben più comodo divano del salotto!

10 - si torna in patria
..con la promessa di tornare quando farà più caldo. Molcin mi dice che della Russia non ho capito niente solo solo perchè non incontrato un solo russo. E me ne andavo proprio il giorno in cui era stata organizzata una cena con suoi amici e collaboratori russi. Peccato, mi sarebbe piaciuto incontrarli, ma avrei capito di più? Sarei risuscito in una cena a cogliere lo spirito russo? O avrei piuttosto condizionato la loro russezza con la mia siciliezza!

pippo vinci

nella prossima puntata (l'ultima) il controreportage di Molcin. Da non perdere!

Nessun commento: