venerdì 23 aprile 2010

Petri eranu

Petri eranu, duri e senza furma,
Arbuli antichi eranu,
Ca u suli d'astati tincìa di virdi.
Un sonnu di Re ci vosi,
E petri
E arbuli
E sudura d'omini
Addivintarunu
A Matrici"

"avevo 14 anni quando partecipai ad un concorso letterario con queste parole,
vinsi il primo premio. Stasera, tornando a Monreale e passando davanti al Duomo mi sono tornate in mente, mi è tornata in mente una ragazzetta brutta, insignificante, timida che
scriveva poesie"

auguri ad Antonella

Il mito del "sogno del Re"

La leggenda racconta che Guglielmo il buono, addormentatosi all'ombra di un olivo, sognò la Madonna che gli diceva che se avesse scavato, proprio sotto quell'olivo,
avrebbe trovato un tesoro, col quale doveva, costruire in quel punto, una
chiesa consacrata a Lei. Così Guglielmo fece erigere "a Matrici" e col legno di quell'olivo fece fare
la statua della Madonna del popolo che si trova nell'altare
nella navata laterale dovo sono seppelliti i "Guglielmi".

giovedì 22 aprile 2010

Ritorno

Eccomi qui, all’aereoporto Simon Bolivar di Caracas aspettando di fare il ceck in nello sportello Alitalia (speriamo bene). Una lunga fila, ci fanno venire qui 4 ore prima, ma, non si sa
perché, non c’è nessun impiegato. Ho lasciato la mia casa, (ancora non venduta), in mano a tutti i santi dell’Avila. Lasciare sola una casa in Venezuela, è molto rischioso, potrebbero invaderla, scassinarla, ma... meglio non pensarci.

Sono cominciate le pioggie. Ieri verso l’una, mentre stavo pranzando da una mia amica, ha
cominciato a piovere fortissimo. La pioggia tropicale ha qualcosa di emozionante e struggente.
Tutto bagnato, le foglie delle piante del giardino grondanti d’acqua ed i riqui riqui, ( fiore tipo sterlizia) felici di raccogliere al loro interno il liquido che serve di nutrimento a loro ed agli
uccellini. Tutti contenti, perché la siccità è finita!

Di mattina sono stata in centro, a salutare, come ogni anno, Josè Gregorio Hernandez, in una chiesa dove c’è la sua tomba. Sull’altare un enorme quadro che lo raffigura vestito da medico, con stetoscopio e strumenti del mestiere. Un sacco di fiori, la gente pregando commossa, c’era pure un signore che mostrava delle pillole a Josè Gregorio per benedirle.

Mi veniva da piangere vedendo quanto dolore e speranza c’era nei visi della gente.
Ritorno a casa in uno scassatissimo autobus, i sedili rotti ma sullo schienale la scritta: en honor a Jesus el Nazareno.

15 Aprile, sono sul volo Roma-Palermo, solo 20 minuti di ritardo. Il volo Caracas-Roma, confesso, non è stato male, Arrivato puntualmente. Cibo scarso di quantità e di qualità, tre film fessi, sono riuscita a spostarmi in un sedile con uno vuoto accanto e quindi sono stata più comoda. Personale decente. Come sempre, per me il viaggio è un tempo
senza tempo, non penso a niente, né a quello che lascio, né a quello che troverò.

Vediamo quali saranno i frutti di questo lungo ritorno a Caracas.

Si, vediamo!

(alessandra vassallo)

giovedì 15 aprile 2010

Oceano Indiano

Il ricordo di un viaggio nelle terre bagnate dall'Oceano Indiano: Mauritius, Seichelles, Madacascar Nosi Be, Madacascar Doego Suarez, Madcascar Tamatave, Isola di Reunion. Le foto sono di Fabio Patti











lunedì 12 aprile 2010

Avatar è un’immensa palla di sterco

di Andrea Vinci

Mille milioni di dollari di incasso. Ok Jimmy hai il mio plauso, non ce l’ho con te. Forse solo un pochino per le infinite aspettative di cui avevi caricato il film: “il film della mia vita” avevi detto. Siamo sinceri, l’apice della tua carriera è Terminator.
Comunque.

Quelli che veramente non comprendo sono gli spettatori paganti. Non contenti degli “uuuh” e “ooooh” e “aaaah” e ulteriori versi vocalici e semivocalici con cui mi hanno impedito una visione serena al cinema, hanno invaso il mondo (e con il mondo intendo facebook) di frasi del tipo “il più bel film di tutti i tempi”, “stupendo”, “fantastico”, “inimitabile”.
INIMITABILE? Gli occhiali 3D vi hanno fuso il cervello?

Vorrei invitarvi a cogliere l’ironia dell’aggettivo inimitabile, dato che Avatar è già un’imitazione, una riedizione in chiave fantascientifica dei vari Pocahontas e Balla coi lupi (che poi siamo lì).
Ma voglio essere buono, soprassediamo. Andiamo alla pellicola in sé.Un marine paraplegico viene mandato, al posto del gemello morto, sul pianeta Pandora che, con la sua solita intelligenza, la razza umana sta distruggendo per estrarre della fuffa pietrificata (di cui dopo tre minuti non gliene frega più niente a nessuno). Purtroppo il pianeta in questione è infestato da puffi alti 3 metri, che guarda caso vivono sopra il più grande giacimento di fuffa pietrificata della storia.

Il marine paraplegico viene assegnato a una squadra di ricercatori (composta tra gli altri da Shaggy di scooby doo, però milanese) che opera controllando a distanza puffi creati in laboratorio. A capo della squadra c’è Sigourney Weaver, la quale, con la scusa della ricerca, passa più tempo da puffo che nel suo vero corpo perché è una vecchia, ma il suo avatar è una semifica in shorts.

Il marine paraplegico non ne sa un cazzo di nulla ma, per non saper né leggere né scrivere, esegue gli ordini del funciatissimo comandante dei GI Joe, nonostante questo si palesi come l’incarnazione del Male.

Primo giro di ricognizione: il marine trasformato in puffo si mette a toccare tutto e finisce nella merda; ad evitare la sua morte arriva puffetta, che prima vorrebbe ammazzarlo ma poi capisce che lui è il Prescelto e lo porta dagli altri puffi.
Superato il sacrosanto odio di rappresentanza (“la tua civiltà ci vuole distruggere quindi vogliamo solo mangiarti il cuore”), il grande puffo accoglie il marine nella tribù e lo affida alla figlia (puffetta) per farla bombare, così la finisce di essere isterica e fare ffffhhh come i gatti.
L’unico a odiarlo ancora è il braccio destro musone di grande puffo, nonché capo dei guerrieri, nonché fidanzato di puffetta, nonché futuro grande puffo.Controfigura: per apprendere cultura e usi degli indigeni entra in scena Kevin Costner blu.

Questi nativi pandoriani si rivelano indiani d’america africaneggianti animisti, la cui visione del mondo druidica “viviamo in armonia con la natura, il pianeta è vivo, panteismo a manetta” ci spacca le palle per tutta la durata del film. Kevin Costner blu resta però affascinato da questa filosofia da supermercato e ora odia gli umani-merda, che non capiscono un cazzo e vogliono solo la fuffa pietrificata.

Arriviamo così all’iniziazione per diventare un vero membro e guerriero della tribù. Il rito prevede di domare uno pterodattilo (che poi è tuo amico per sempre) e scoparsi puffetta.
Appena finita la scopata: apocalisse. Gli umani guidati dal comandante dei GI Joe vogliono distruggere tutto; Kevin Costner blu pensa allora che, per risolvere la situazione, la cosa migliore da fare sia confessare di essere stato per un minuto e mezzo una merda doppiogiochista, così tutti i puffi e soprattutto puffetta lo odiano di nuovo.

Il Comandante dei GI Joe, tazza di caffè in mano, sfodera frasi acute (“sparagliene uno su per il culo, ragazzo”) e rispolvera un paio di tattiche da guerra del Vietnam per distruggere il villaggio dei puffi, i quali si rifugiano a casa di Madre Natura.

È ora di menar le mani: Kevin Costner non serve più quindi torna il marine.

Per riabilitarsi agli occhi degli alieni, al puffo - marine tocca domare lo pterodattilo più cattivo e feroce di sempre, così tutti riconoscono che lui è il più fico e anche quello che lo odiava (che nel mentre è diventato grande puffo causa morte del precedente) gli vuole bene.
Senza motivazioni apparenti e senza alcun pathos percepibile muore Sigourney Weaver. Tutti i puffi piangono. Segue fugace apparizione di Mel Gibson blu che copiaincolla una delle arringhe preguerra di Braveheart.

Parte grande battaglia finale.

Gli umani, invece di lanciare un paio di bombe sui puffi, decidono di affrontarli con un’astronave, tre elicotteri, e cinque mech; mentre i puffi da parte loro hanno archi che sparano frecce che neanche un bazooka grande quanto casa mia. Comunque, per non far finire tutto troppo facilmente facciamo finta che gli umani hanno quasi vinto.
Muoiono il nuovo grande puffo/capo dei guerrieri e Michelle Rodriguez - che finora aveva avuto solo ruoli logistici per la storia, ma guadagna una partecipazione a Sanremo. Nessuno li caca.

Per farla breve arriviamo allo scontro finale tra il puffo marine e il comandante dei GI Joe alla guida di un mech armato di coltello alla Rambo (cosa se ne fa un robottone di un coltello non si sa).

Il puffo marine sta per morire, ma arriva puffetta che pianta due frecce in petto al comandante dipingendogli in volto un’espressione da idiota. A chiudere in lieto fine totale ci pensa Madre Natura che trasferisce per sempre il marine paraplegico nel corpo del puffo; gli umani vengono rimandati a casa e tutti felici e contenti per tutti i secoli dei secoli amen.

Ora arriveranno quelli che “eh si ma a me interessa solo la realizzazione visiva”.
Ragazzi, doveva essere il nuovo salto di qualità degli effetti speciali, roba da Star Wars negli anni settanta, ma non mi pare ci fosse da strapparsi i capelli. Tutto molto bello, davvero, ma non basta per fare un buon film. Magari la prossima volta si potrebbero perdere quei dieci minuti in più per far saltar fuori una sceneggiatura un attimo meno scontata, e che preveda dialoghi un po’ più elaborati di "qual è il piano?" "non c'è nessun piano!".

(andrea vinci)

venerdì 9 aprile 2010

12. la magia della natura


“In ogni angolo, sotto qualsiasi albero solitario, dietro il sasso più anonimo, si può nascondere il mistero.Venezuela è la terra dello stupore, territorio dell’ irreale e del meraviglioso.
Dapertutto ci sono dolenti ombre di eroi e villani, fantasmi e terribili apparizioni.
Ci sono alberi che ridono, serpenti giganteschi, pozzi che nascondono segreti, gente capace di
trasformare il suo spirito in un giaguaro o in un uccello mitologico.Il nostro paese è pieno di credenze, leggende ed aneddoti sul soprannaturale.”

Diccionario de fantasmas, misterios y leyendas de Venezuela”

Mercedes Franco

Ed è vero.
Quanti racconti ho sentito da quando sono arrivata! Racconti di fantasmi di soldati spagnoli che di notte vivono furiose battaglie contro gli Indios nelle valli di San Sebastian, apparizioni di
fuochi fatui che improvvisamente spuntano dalla terra. Per non parlare di tutte le visite di extraterrestri in vari luoghi del Venezuela, Anche io ho visto una notte, insieme a degli amici, e
c’era anche mia figlia, uno strano oggetto che volava nel cielo ed era molto luminoso. E’ pure spuntato il giorno dopo sui giornali e nessuno ha capito cosa fosse.

Un giorno, in campagna, siamo andati con una jeep in cima ad una montagna, in un posto molto selvaggio. C’era un grande fiume, alberi di banane ed una vegetazione completamente tropicale. Lì in mezzo c’è una piccolissima cappella piena di fiori e di candele.Lì si venera una pietra.
Dicono che questa pietra cresca, ed è miracolosa ed attraverso di lei si vede l’immagine della Vergine. Ogni anno un prete va a dire la messa.

E poi c’è Jose Gregorio Hernandez, forse è il Santo (ancora non santo) più amato dai Venezuelani. Assomiglia a Charlot. Era un medico buono e fu ucciso dall’unica macchina di Caracas ai primi del 1900.C’è in corso un processo di beatificazione, ma è stato superato da Madre Teresa e Escrivà de Balaguer.C’è Maria Lionza, la “diosa” delle acque, che vive sulla montagna di Sorte in mezzo alla selva, cavalcando una danta (tapiro), migliaia di fedeli si recano presso la montagna dove si svolgono riti di purificazione, si fuma il tabacco e i medium sono posseduti dagli spiriti.

Maria Lionza ha varie corti, dalle più alte a quelle più basse.Delle sue corti fanno parte: indios, negri, eroi, tra cui Simon Bolivar, persone normali, anime del purgatorio e persino i malviventi che hanno diritto anche loro a redimersi.Gli indios vivono in contatto con la natura, le loro credenze sono legate ai fiumi, alle piante, alle montagne, alle pietre.

Gli sciamani curano e sono gli intremediari tra la loro gente e gli spiriti o i morti. In molte tribù gli sciamani usano una droga che si chiama Yopo e che si soffiano nelle narici con una cerbottana.Ho assistito ad una iniziazione di bambini di una tribù di indios Panare. Le donne tutte tatuate e i maschi colorati e pieni di piume. C’era pure un prete salesiano che, ormai completamente integrato, usava un perizoma.Simpatico!

Sull’Avila vivono i Maestri ascesi, che sono spiriti guardiani.Come si fa a non tenere conto di tutte queste storie? Ad alcune ci credo anch’io e confesso che non è niente male pensare che c’è sempre qualcosa o qualcuno magico vicino a te.Quando vengo qui, non posso fare a meno di tenerne conto, i racconti mi affascinano, a volte mi fanno un poco di paura, però mi sembra
così normale vivere considerando animato tutto quello che ci circonda.Dicono che anche Chavez sia un seguace della santeria Cubana!

(alessandra vassallo)

sabato 3 aprile 2010

11. Caballo viejo



Caracas 30 Marzo 2010

Ieri con mia figlia, siamo andate in campagna. Abbiamo affittato un grande rustico 4x4 e siamo partite con CD, aria condizionata e sentendoci superricche.

Dovevo andare dall’avvocato a firmare dei documenti. L’avvocato è un “macho” di mezza età, con una panciona piena di birra e di cose fritte ed è appassionato di uno sport, molto praticato in quella zona chi si chiama: “toros coleado”. Si tratta di un violento e crudele sport: i cavalieri a cavallo rincorrono un toro e devono afferrarlo per la coda. Il toro poi finisce per terra trascinato, e spronato dal pubblico.

Io non l’ho mai visto e neppure voglio vederlo. La gente beve un sacco di birra, ron ed altri tipi di superalcoolici. Tutti hanno dei “sombreros” come i cowboys, anche le donne. In quella zona si ascolta la musica della pianura” llanos”. Ci sono delle orchestrine formate da: arpa criolla, cuatro (chitarra a quattro corde) e maracas e poi c’è la voce che quasi sempre è maschile solo che contrariamente al concetto del machismo, i cantanti si mettono una voce stridula e fina.

Questa musica a me piace moltissimo perché mi ricorda campi aperti dove non c'è niente tra te e l'orizzonte ed aldilà c'è un altro orizzonte ed un altro ancora: all’infinito. E poi ci sono gli allevatori di bestiame che, a cavallo, seguono le mandrie di mucche. La cosa più triste della nostra gita, è stata vedere i fiumi completamente asciutti.

>Non era mai successo, ed adesso che ci sono le vacanze di Pasqua, andare al fiume era uno dei passatempi preferiti per tutti.I fiumi, per i venezuelani sono luoghi importantissimi. In genere vanno verso tarda mattinata con donne, bambini e nonne. Si mettono dentro l’acqua mezzi dentro e mezzi fuori e stanno fino a tarda sera. I bambini giocano dentro l’acqua, gli uomini bevono e bevono alcoolici, le donne preparano il “sancocho” (vedi numero precedente), e si raccontano i “gossip” del paese: quello sta con quell’altra, quella gli ha fatto le corna, eccetera.

Lacqua del fiume è caldina e ai bordi ci sono alti alberi pieni di fiori. Nel fiume succedono anche altre cose: ci sono riti magici, battesimi legati alla santeria, si fuma il tabacco, ci si spoglia dai cattivi spiriti, si rende onore a Maria Lionza, la dea delle acque ed alla sua corte. Nel fiume ci si lava, nascono nuovi amori e ne finiscono altri.

E poi, il Venerdì santo è il giorno più propizio a questi riti! Caracas è deserta,niente traffico e l’aria pulita. Moltissimi al mare, altri a Miami che è il sogno della classe media venezuelana,
altri a Merida sulle Ande e quelli che sono rimasti in città come me, si contentano del Parco Miranda, di vedere dei film in DVD, di salire sull’Avila o andare a qualche processione Pasquale.

(alessandra vassallo)