mercoledì 27 gennaio 2010

2. Il rumore dell'acqua che scorre


Caracas 23 Gennaio 2010
Qui in Venezuela, tanti anni fa, ho comprato un piccolo terreno, 8000 metri quadrati in campagna e vicino ad un paese che si chiama San Sebastian de Los Reyes che è poi uno dei primi paesi costruiti dopo l’arrivo dei conquistatori ed è anche stato città capitale.

Questo paese si trova a 120 Km da Caracas in una zona che chiamano. “La puerta del llano” cioè la porta della pianura .
La pianura, che qui si chiama “Los llanos”, è una vastissima regione senza montagne dove i vaqueros (che sono gli allevatori di bestiame), pascolano le loro vacche.

Dietro casa mia passa un fiume che si chiama Caramacate. E’ un fiume grande che nella stagione delle pioggie si riempie tanto , c’è molta corrente ed è anche pericoloso fare il bagno. Invece nella stagione secca è dolce e trasparente e ci si può camminare dentro, ci sono piccole cascate.

Mi sono poi definitivamente innamorata di quel posto, quando è arriavato un colibrì, che è andato a succhiare il polline di un ibiscus che c’era nel giardino. E l’ho comprato.
Gli anni sono passati, ogni fine settimana andavo lì con amici, figlia, bambina, da sola. Con il sole, e con i temporali, di giorno ed anche di notte; da lontano si sentiva il suono della radio o di piccole orchestrine di vicini. Orchestrine di tre strumenti: arpa, cuatro ( che è una piccola chitarra a quattro corde) e maracas, e poi il canto.

Le canzoni parlano di animali, di cavalli, di uccellini, di fiumi e di amori.
Ieri ci sono tornata con due amici italiani, anche perché dovevo vedere delle persone che volevano comprarla.
La casa, che è molto grande, è ormai quasi vuota. E’ da un anno che non ci entro! Per terra ci sono una infinità di insetti morti, rane, foglie e sulla carta geografica appesa al muro, gli uccellini hanno fatto i loro nidi così che molti stati e regioni sono stati divorati dalla natura.
Ho cercato di non pensare a questo addio, ho cercato di pensare che le cose passano ed adesso il momento è diverso.

Ho fatto una passeggiata in mezzo agli alberi di mango, a quelli di tamarindo e di merey e poi con gli amici siamo andati a piedi al fiume. C’erano dei bambini che si facevano il bagno, degli amici che bevevano birra e rum seduti dentro l’acqua ed una leggera brezza che faceva volare le foglie degli alberi ed i leggeri semi.

E’ passato un colibrì ed ha sostato su un fiore battendo velocissime le ali.
Più che un uccellino sembrava un insetto, di quanto è piccolo.
Noi ci siamo seduti su una pietra a guardare e ad ascoltare il rumore dell’acqua che scorre.
E poi, siamo tornati a Caracas. ...(continua)

(nella foto, la montagna di fronte casa mia)


(alessandra vassallo)

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