mercoledì 17 febbraio 2010

(23) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato

CAPITOLO XXIII
Palermo? Può essere.

- Ebbene, vacilla. Eh sì, poveretto non sa più a che santo votarsi. Ieri, invece, ho sentito don Ermete. Pure lui, santo cristiano, venirmi a raccontare certe cose.
- Quello lì, credi a me, non vede l’ora che tutta questa storia finisca. Ti ha chiesto ancora di quell’incarico?
- E come no, poteva mancare che non lo chiedesse pure questa volta! Il motivo della telefonata però era un altro, almeno così ha detto.
- Ah! che aveva di tanto importante da dirti?
- Don Raffaele gli ha chiesto consiglio.
- Don Raffaele a don Ermete? Certo che, formalmente, è pur sempre il suo priore, ma ancora non l’ha capito il nostro economo con chi ha a che fare?
- Gli ha domandato se era opportuno incontrare quel commissario.
- E lui?
- Dai, non mi dire che non t’immagini proprio cosa poteva rispondergli don Ermete.
- Che doveva comportarsi con giudizio e prudenza?
- Esattamente.
- Ti ha detto cosa ha deciso di fare Don Raffaele?
- E come no? Aveva tanta premura di evitare camurrie che l’ha lasciato lì e se ne è andato. Per venire ad informarmi, ha detto.
- Tu l’hai rassicurato, no?
- Certamente, gli ho detto che ne ho parlato pure dove e con chi di dovere.
- L’hai fatto davvero? Non mi avevi detto niente.
- Ma chi mi rappresenta don Ermete? Lo sai che gli mancano appena tre anni alla pensione?
- D’accordo, dovrà andarsene in pensione, però tre anni sono tre anni e la cosa per come me la prospetti tu dovrebbe risolversi molto prima.
- Si vede che di queste faccende non ne mastichi, ma non sei il solo, stai tranquillo. Guarda che per chiudere tutta la baracca mica ci vuole un mese! Anni ci vogliono e allora il nostro don Ermete sarà già in un bell’ospizio a godersi il meritato riposo.
- Se ci vuole così tanto tempo pure noi dovremo aspettare col rischio che qualcuno si goda quello che noi abbiamo seminato.
- Te l’ho detto, di queste cose non ne capisci. Lascia fare a me, tranquillo.
- Se lo dici tu, io ci credo, lo sai che ripongo in te la fiducia più assoluta.
- E fai bene, caro amico. Fai davvero bene! Si vede proprio che è soddisfatto, perchè quel gesto lo fa di rado e solo quando capisce che le cose vanno come devono andare. Lo fa in fretta, un poco perché se ne vergogna, ma, soprattutto, perchè non vuole che gli altri se ne accorgano. Ogni volta, se ne chiede il motivo e tutte le volte si risponde che compierlo lo fa stare bene, nonostante gli appaia come un gesto di superbia, anche blasfemo, a pensarci bene. Ma, le volte che ne avverte rimorso, sono ancora più rare del gesto di cui sarebbero la conseguenza.
Non vogliatemene, quindi, se tutto quel nero - il colore dominante della scena - lasci, solo per un attimo, intravvedere come un luccichio, come oro colpito da un indiscreto raggio di luce.

Una cosa comunque è certa: questi parlano cinese, almeno per me. Mi è sembrato di sentire dei nomi che già conosciamo, come quello di don Raffaele. L’altro, no, quel don Ermete, non mi pare di averlo mai sentito nominare.
Di altro non so proprio che dirvi, a parte che questo Don Ermete pare sia in confidenza con i nostri oscuri personaggi che, concedetemelo, non sembrano proprio dei galantuomini. Parlano di incarichi ambiti da preti sconosciuti e io mi chiedo che cosa c’entrino con la nostra storia. Che vi devo dire? Può essere che alla fine capiremo ogni cosa, oppure, che anche allora non capiremo proprio niente.
Capita anche quello nella vita e non solo nei romanzi.

fine della 23^ puntata
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ogni rifermento a fatti realmente accaduti
o a persone realmente esistite o esistenti
è puramente casuale...

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