lunedì 27 dicembre 2010

I pipi ‘ammuttunati

I pipi ammuttunati, su troppu belli di manciari, ma cchiananu e scinnunu comu u mastru i l’acqua.

A tempi antichi, verso i primi del novecento, nelle campagne del comprensorio Monrealese, c’era una vera e propria guerra dell’acqua irrigua, gli anziani raccontano che u Menzagnu (Belmonte Mezzagno) si vulia futtiri l’acqua di Murriali e du Parcu, tra fatti e fattacci ci appizzò i pinni Don Gaetano Millunzi u parrinu chi dicia Missa a Cersa (Real Celsi, una contrada monrealese che confina con Altofonte), unni avìa puru na casuzza, stu parrineddu quando predicava diceva che finché lui fosse stato in vita nessuno si sarebbe permesso d’arrubbari l’acqua, ma nel 1920 perì per mano mafiosa. Fonti ufficiali attribuisco la sua morte ad altre motivazioni.

Poi, finalmente l’acqua fu consorziata e da qui nacque la figura du guardianu i' l’acqua, un uomo preposto a gestire “l’acqua da vicenna”, e a controllare che nessuno rubasse l’acqua e per tanto, ancora oggi, acchiana e scinni sempri per controllare che tutto sia a posto.

Ecco perché si dice che una cosa indigesta acchiana e scinni comu u mastru i l’acqua, e i peperoni ammuttunati, un sulu acchiananu, scinnunu, ogni tantu abballanu, puru a tarantella ,nta vucca di l’arma.

I peperoni ripieni tradizionali si fanno con il ragù di carne ma io li faccio come mi ha insegnato la Nonna e cioè vegetariani, ma non per questo meno indigesti, anzi!

Peperoni ripieni per 4 persone

4 peperoni di media grandezza

4 patate

2 melanzane nustrali

Per il picpac:

4 cipolle

I kg di pomodori

Pangrattato fresco

Caciocavallo tenero a pezzetti

Caciocavallo stagionato grattugiato

Abbondante basilico

Olio di oliva q.b.

Preparazione:

portarsi avanti con il picpac e quindi, affettare la cipolla farla appassire nell’olio e aggiungere il pomodoro spellato e tagliato a pezzetti salare pepare e far cuore abbondantemente.

Ridurre le patate e le melanzane in una dadolata molto piccola, friggerle separatamente, prima le patate e poi nello stesso olio le melanzane, metterle a scolare in tanta carta assorbente.

In una ciotola, mettere il caciocavallo tenero tagliato a pezzetti, quello grattugiato, il pangrattato, le patate e le melanzane fritte in precedenza, il basilico tritato e amalgamare il tutto aggiungendo due o tre cucchiai di picpac.

Pulire i peperoni e riempirli con la composta che abbiamo preparato, dopodiché soffriggerli delicatamente e adagiarli su una pirofila da forno ricoprirli con il restante picpac e mettere in forno preriscaldato, 200 gradi circa per una ventina di minuti.

Qualche mese fa li ho preparati a casa di mia sorella, chidda di dda ffora, un caro amico piemontese doc l’indomani ringraziava per la cena e a proposito del peperone avanzato riferiva testuali parole:

mi raccomando a quel peperone che è avanzato ieri sera, visto che hai fatto la gnorri e lo hai ammucciato nel frigorifero, ora trattalo bene e bada che non vada sprecato”!

Antonella Gullo

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martedì 7 dicembre 2010

Il Marocco in due x due (5° giorno)

martedì 12 agosto 1997
Meknes - Volubilis - hotel du lac

Sono le 23,30 e siamo sdraiati , finiti (ma fieri di noi) sui letti di un modesto albergo, l'Hotel Du Lac. Vicino la città di Afourer. Lo abbiamo conquistato dopo 6 ore di macchina. La zona offre panorami incantevoli. Almeno lo immaginiamo, visto che abbiamo viaggiato col favore delle tenebre. Gli abitanti del posto mostrano di possedere una intelligenza al di sopra della media marocchina. Anche gli analfabeti sanno indicarti la strada e non confondono la destra con la sinistra.


Questa mattina abbiamo fatto il giro di Meknes con una guida di nome Benedetto

La prima cosa che ci comunica è che nel venire all'appuntamento è scoppato per terra con il motorino procurandosi dolorose escoriazioni. Anche il motore è mezzo distrutto . Inizia il giro. Le cose da vedere sono poche, ma interessanti: il Palazzo Reale con il suo lago, le Scuderie per 12 mila cavalli, la Medersa ed il Mausoleo di Moulay Idriss. Come tutte le guide, anche Ben ci obbliga ad effettuare tappe presso i negozi per acquistare qualcosa su cui lucrare una tangente.


Noi non compriamo neanche un chiodo e lui diventa triste tanto da impietosirci. Alla fine gli daremo il doppio del pattuito: 200 dhiram anziché 100. Lui ci ringrazia, ci racconta un po' di disgrazie della sua famiglia e ci comunica che la sua caduta col motore è stata voluta da Allah per punirlo di una cattiva intenzione : non voleva venire al nostro appuntamento avendo intuito che eravamo turisti taccagni. Pippo gli dice che non deve fare più questi pensieri e che quella caduta è stata solo un avvertimento. La prossima volta Allah sarà più severo. Ben si tocca le palle e ci saluta.


Alle 12 in punto il giro è bello e finito. Elio fa la solita telefonata di lavoro , poi cerchiamo di raggiungere Volubilis, il più importante sito archeologico del Marocco.

La strada non è ben indicata. Per due sigarette un ciclista ci fornisce la corretta informazione. Siamo a Volubilis.


Il caldo è pazzesco , ma Elio , che possiede una cultura più umanistica di Pippo, piscia sulle rovine. Alla casa di Orfeo incontriamo Miguel e i suoi genitori . Miguel vuole lasciare la sua famiglia e cerca di allontanarsi dalla mamma che lo chiama continuamente per mostrargli ora questo ora quello. Seguiamo la tragedia di Miguel che ha 15-16 anni e molta voglia di libertà. Lo ritroviamo a fare l'uomo di Leonardo sotto l'arco di trionfo.


Uscendo dal sito un 40enne dialoga con Pippo . Gli dice che nell' 86 , quando era piccolo (!?), ha partecipato, come comparsa, alle riprese di Gesù di Nazaret di Zeffirelli, ma siccome lui era robusto, Zeffirelli gli faceva fare lavori pesanti e poi se lo faceva.


Andiamo a Moulay Idriss, un bianco paesino aggrappato alla montagna dove sgozzano gli infedeli. E' l'occasione per vivacizzare l'estate alle nostre famiglie che potranno venire qui in Marocco a spese del ministero degli esteri per il riconoscimento delle due salme. Ma invece di tagliarci la gola, i musulmani di Mulay Idriss preferiscono venderci il tè alla menta per 10 Dhiram


Sono ancora le 16,30. Il tragitto si rivela faticoso. Arriviamo a Beni Mellah che ci fa un po' schifo e nonostante l'ora tarda, decidiamo di andare avanti fino a raggiungere l'hotel du lac situato in un incantevole posto secondo la nostra ingannevole guida. Ci fidiamo e proseguiamo. E' già buio, non ci sono cartelli e così lisciamo 3 o 4 volte il bivio.


Finalmente un abitante di Afourer si infila in macchina aizzato dagli amici felici di disfarsene. Il clandestino è analfabeta , ma aiutandosi con i gesti e con suoni gutturali riesce a farci trovare la strada. Si fotte tre sigarette e noi lo lasciamo 3 chilometri lontano da casa sua.


Ad Afourer ceniamo (pollo e chorba), telefoniamo a casa a poi all'hotel du lac per riservare una stanza.Notiamo che qui sono tutti intelligenti. Anche il teleboutiquiere è molto sveglio riesce perfino a trovare il numero di telefono dell'hotel sull'elenco telefonico.


Siamo sorprendentemente circondati da superdotati mentali. Per la prima volta dal nostro arrivo in Marocco, ci sentiamo inferiori ai marocchini. Condizionati da questa inferiorità, non riusciamo a vedere neanche l'albergo pur passandovi davanti.


Arriviamo così, dopo 50 metri , alla fine della strada ai piedi di una diga dove due reclute rincoglionite dicono di non avere mai sentito parlare di questo albergo. Poi ci indicano due direzioni diverse, una a destra l'altra a sinistra. Entrambe impraticabili perché da lì parte una sola strada che va dritto. Riacquistiamo fiducia nelle nostre capacità mentali, ci sentiamo di nuovo superiori agli indigeni e in pochi secondi troviamo l'albergo.

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venerdì 3 dicembre 2010

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