sabato 6 febbraio 2010

(20) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato





CAPITOLO XX

Dottor Filippo Virgilio

Canziati!

Una vita! trentanni di servizio senza che nessuno avesse mai potuto muovergli un appunto. Certo che non ha bruciato le tappe, come sovente succede di questi tempi, il dottor Filippo Virgilio. Ci ha messo il tempo che ci è voluto, ma dove voleva arrivare, alla fine ci era arrivato. Un buon posto, ben pagato e, soprattutto, senza rogne. Soprattutto questo ha cercato nei lunghi anni di servizio il nostro dottore.

Ciononostante non sarebbe giusto considerare il dottor Virgilio un lavativo ed uno scansafatiche. Al contrario, Filippo è sempre stato disponibile. Se c’era da lavorare non guardava mai l’orologio, tranne, ovviamente, quando non c’entrava la madre inferma. In più è stato disponibile ad ascoltare tutti e a suggerire soluzioni, apprezzato dai capi come dai colleghi. Però, non gli si doveva mai chiedere di firmare qualcosa. Questo no. Se solo ci provavano Virgilio impallidiva, prendeva a star male, ma male veramente, al contrario della madre inferma, direbbe qualche mala lingua. Più di una volta - molti anni addietro - si era dovuti ricorrere alle cure mediche a seguito di tali insensate richieste avanzate da sprovveduti all’oscuro della situazione. Ringraziando il cielo, da tempo, ogni cosa si è sistemata. Virgilio ha continuato a fornire il suo supporto a capi e gregari, riducendo, di fatto, a questo il suo lavoro. E’ stato a capo di vari uffici senza con ciò muovere un dito sulle pratiche di competenza dell’ufficio stesso. Profittando, infine, di una illuminata riforma, alla quale non ha negato il suo illuminato apporto, è riuscito a crearsi l’ufficio perfetto, all’interno del quale ha passato anni felici firmando, sì firmando carte di assoluta inconsistenza.

Tutto passa, ainoi, e principalmente, si esauriscono, prima di ogni altra cosa, le poche occasioni che la vita offre di serenità e di pace.

E’ stata un’imprudenza. Può succedere a tutti. Chi non ne commette? A Virgilio, comunque, bisogna riconoscere ogni attenuante. Nessuno avrebbe lontanamente potuto immaginare che l’incontrare un collega - per di più già in pensione - che gli chiedeva consiglio potesse rivelarsi la causa di un tale disastro. Ha pensato alle solite questioni che tutti i pensionati incontrano con i loro ex colleghi, invidiosi del loro stato di beato far niente.

Certo che l’avrebbe rivisto volentieri, ci mancherebbe per un caro collega come il nostro ragioniere. Senz’altro mercoledì, diciamo a metà mattinata.

Chi me lo doveva dire?

Chi me lo ha fatto fare?

Questa sola ci mancava! Non ci bastava mia madre, no, bisogna accanirsi, bisogna, contro i poveri cristi.

La cattiveria, poi, che gli avevano riservato tutti! Nessuno si era salvato. Gli avevano fatto il deserto attorno. Anzi, le male lingue si erano scatenate! Il livore, il livore di certe persone, di certi amici! Sì belli amici, lo dice sempre sua madre: amici e guardati, Filì! Non te l’ho scordare. Solo la famiglia non ti tradisce mai!

Pareva si trattasse delle solite cose. Chi poteva immaginare che, invece…

E’ stato scorretto però, su questo non c’è dubbio. La buonanima doveva almeno accennargli qualche cosa e non metterlo di fronte al fatto compiuto.

Voleva solo scambiare due parole con lui per una questione che gli stava particolarmente a cuore. Va bene, ma lo doveva avvisare!

Che strano quel coccio. Non è che fosse un esperto, ma a prima vista sembrava proprio autentico. Anche di pregevole fattura. Chissà che splendore l’anfora o il cratere di cui era stato parte. Un ritrovamento importantissimo. Bene, congratulazioni, ragioniere.

Impallomeni è arrivato puntualissimo. Virgilio no, non gli è mai riuscito di essere puntuale. Ha troppe seccature e la badante non arriva mai in orario la mattina.

Sembra solo sciupato, forse pure un poco preoccupato Impallomeni.

Dovevo capire che c’era qualche cosa che non andava anche solo a guardarlo in faccia. Maledetta la fretta. Maledetta la badante che non arriva mai in orario. Ero troppo affannato, troppo. Quello è arrivato subito al dunque. Neppure il tempo di informarsi di come andava la salute, di lamentarsi di come era caduta in basso la Regione. Niente, neppure il tempo di sedersi e subito ti tira fuori da quella cartellaccia vecchia quel coccio maledetto.

Sì, che si è trovato bene in pensione. Non si è mica fermato. Ha continuato a lavorare. Ogni santo giorno. Non per i soldi, no. Non è questo il problema. Certo non sciala, ma per i suoi bisogni la pensione basta e, magari, avanza. Dove? Con chi aveva lavorato dopo la pensione? Ah, Virgilio conosce certamente i frati dell’Incoronazione. Il convento per il ragioniere è sempre stato come una seconda casa. Ci andava da picciriddu a fare il chierichetto. Lì conosce tutti i frati. Che vuole, oramai sono quasi tutti vecchi e il solo don Raffaele non può seguire tutto. Quella questione, si sa, è stata sempre troppo ingarbugliata. Troppi appetiti! Trecento euro, lui neppure li voleva accettare ma il priore ha insistito così tanto.

C’è questa cosa, che ne pensa Virgilio?

Per Impallomeni il coccio è falso.

Non sono un esperto e quindi non posso essere sicuro come te. Però possiamo farlo vedere giù. No, non c’è da preoccuparsi. Un favore si doveva chiedere, mica una perizia giurata. Un’occhiata da chi queste cose le conosce, tutto qui. Ci può contare? certo che ci può contare. Ci mancherebbe per un collega e per il nostro ragionerissimo poi!

Aveva ragione Impallomeni, il reperto è falso. Ben fatto non c’è che dire, ma falso. E’ stato scorretto però Impallomeni. L’avevo aiutato, cosa gli costava parlare chiaro a questo punto? Ma lui no, zitto. Anzi, neppure questo perché gli ha detto delle cose, ma, solo per farlo compromettere sempre di più.

Ah, il custode lo ha portato proprio a lui un mese fa? Sì il custode che di tanto in tanto si fa il giro di quelle quattro pietre che sono rimaste. Ce l’hanno messo apposta per fare bloccare tutto un’altra volta. Per sempre stavolta! Impallomeni è straconvinto. A me non pare il caso di farne una tragedia. Il coccio è fasullo, no? Allora perché deve costituire un problema? Giuro che non lo avevo mai visto così prima. Io cercavo solo di tranquillizzarlo. Lui, invece, si è alterato. Non è che si sia lasciato andare, questo no. Ma, si vedeva che si tratteneva a stento. Si trattava di ragionarci sopra e la cosa sarebbe apparsa chiara come il sole. Vero che il coccio è falso, chiaramente falso, forse, pure troppo falso. Quindi? Beh quindi proprio non capivo dove volesse arrivare. Al fatto che con quel pezzo di vaso volevano tenerli per le palle. L’aveva detto, ce l’avevano messo apposta per bloccare ogni cosa. Il ragioniere si sarebbe aspettato che qualcuno si facesse vivo dopo il ritrovamento. Ma niente, non si era presentato nessuno. Niente di niente. Per questo era così nervoso. Uno che vuole soldi prima o poi si presenta a riscuotere. Uno che vuole farti uno sgarbo o va fino in fondo o sparisce. No, questi erano diversi e lui non lo sapeva cosa volevano.

A tutto c’è rimedio Impallomeni. Stai tranquillo. Il problema qual’è? Che con questa spada di Damocle sulla testa non si riesce più a fare un passo avanti? Proprio ora che le cose si erano messe a posto? A tutto c’è un rimedio, mio caro ragioniere! A tutto lo garantisco io. Allora dobbiamo levarlo di mezzo questo impiccio, una volta e per sempre. Con tanto di timbri e di firme. Sepolto, mi segue?

Qui mi dovevo fermare! Mi conosco e mi dovevo fermare. Dire che ci avrei pensato e che una soluzione l’avremmo trovata. Dopo due o tre telefonate si sarebbe stancato, il ragioniere. Ma no! No, perché ero troppo euforico per la soluzione che mi era venuta in mente per tacere. Senza pensare che Impallomeni era in pensione. Certo, in pensione e qui che è stato commesso l’errore fatale. Troppo comune la situazione per me: un collega che viene a chiedere consiglio che, se vuole, dovrà portare avanti da solo con le sue carte, le sue conoscenze, la sua firma. Impallomeni no, lui non lo poteva più fare. Qui l’errore.

Un sopralluogo, meglio se richiesto per estremo scrupolo dai legittimi proprietari del terreno. Questo ci voleva! Il coccio falso avrebbe cessato di bloccare tutto. Anzi, nessuno avrebbe potuto più usare in seguito una simile arma di ricatto. Quello che di pregevole c’era nell’area era stato rimosso e messo al sicuro. Restavano solo quattro pietre e la memoria ormai quasi scomparsa di quello che una volta vi sorgeva. Con tanto di timbri e firma di pubblici ufficiali ed esperti.

Scemo non c’era, il ragioniere! Stronzo, cornuto e subdolo traditore, questo sì, ma scemo proprio no. Bisogna riconoscerglielo alla buonanima! Se ne è andato tutto contento, lui!


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ogni rifermento a fatti realmente accaduti
o a persone realmente esistite o esistenti
è puramente casuale...

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