mercoledì 30 dicembre 2009

(9) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato

CAPITOLO IX

Piazzetta Tarzana

Antica Osteria Sagone Serafina


Eccolo lì, Cardascio, seduto ad un tavolo appartato dell'Antica Osteria Sagone Serafina. Pur avendo davanti un bel piatto di bollito di manzo bollente al punto giusto, il commissario è intento a prendere appunti.

- Allora, allora riassumendo:

1 La lettera anonima non era una minchiata.

2 All'albergo di Quartararo Impallomeni c'è stato. Però, la dottoressa Antocci ha ragione ad insistere solo su questo?

3 E come la mettiamo con l'affare dell’area edificabile?

4 Di quest'altra questione, a parte le quattro cose che mi ha detto Michele, non si sa altro. Approfondire, approfondire!

In conclusione? … va bene, chiudiamola qui.

E sì, è proprio meglio finirla, pure perché il piatto di bollito non fuma più. E il bollito freddo, a meno di trasformarlo in insalata, è davvero immangiabile.

Capita che Cardascio ogni tanto si perda nei propri pensieri. L'occhio spalancato e alloccuto, la bocca stretta, come a non volere fare uscire le parole che va rimuginando. E a che pensa in quei momenti il commissario Cardascio? Proprio a questo volevasi arrivare.

E' quasi finita un’altra giornata. Un'altra giornata, che manco mi ricordo com’è cominciata. Quante giornate mi restano? Ho passato i cinquant’anni. Fumo assai e mangio altrettanto. E per catasmuovermi dalla sedia dell'ufficio ci vogliono le camurrie che raramente porta Ruvolo. Se no, patate che mi muovo.

Ma tanto prima o poi tutti si deve morire! Si ripete per consolarsi. La gente s'arrimina, corre, s'affancenda. E perche? Per quattro soldi in banca, per il palco al Massimo o per il villino a Mondello? Negli ultimi anni ci ho pensato assai alla morte. Anche se mi rendo conto che è una perdita di tempo, magari stupida. Ma se prima era solo spavento, ora ci ho fatto come l'abitudine. Niente santi o paradiso. Niente. Forse è l’età e succede a tutti così. Col tempo è come se ci si pigliasse confidenza e uno se lo scorda. Poi, però, senza un motivo apparente succede che il pensiero ritorni e batta come fa la lingua su un dente cariato. Le prime volte che è capitato, era come cadere dentro un buco nero, dove tutto perdeva consistenza e importanza. Ora, invece, l'unica cosa che sento è un brivido che mi fa battere i denti, come quando mi piglia la febbre. Allora, per un attimo, ritorna in vita il Mimì picciriddo, che, spaventato, chiama la mamma e piange disperato perchè lei non viene più a consolarlo.

Non vi dovete fare un’idea sbagliata del nostro Commissario. Certo che sentendo quello che gli passa per la testa, torto non ne avreste. Ma, non è così, ve lo assicuro.

Anzi, Cardascio è conosciuto come persona spiritosa. Ogni tanto, magari esagera con le sue battute senza stare a riflettere più di tanto sul fatto che possano ferire l’amor proprio degli altri. Però, la gente che lo conosce, di solito, ride e ne cerca la compagnia. Magari c'è qualcuno che è convinto che filosofeggi un po’ troppo e che abbia proprio la testa int’allaria, come si dice qui per uno che ha la testa fra le nuvole. Ma non è corretto. Cardascio non ha la testa sulle nuvole. E' che ancora non gli è passata la voglia di capire povero figlio. E capire per lui è sinonimo di complesso. Hai voglia a dirgli che ci sono stati uomini nel passato - e ancora oggi qualcuno ce n’è - che hanno praticato tutt’altra strada con soddisfazione, vivendo felici e contenti. Ma lui no, è cocciuto. Però, pur nel suo essere testa int'allaria, Cardascio non dice quasi mai castronerie. Questo no. Al contrario, molto spesso, alcuni che conoscono questa sua abitudine a ingarbugliare le cose e a complicarsi la vita, lo provocano apposta, perché sanno che dal suo arzigogolare ne trarranno sfumature trascurate, elementi dimenticati, nessi neppure intravvisti. Col risultato, frustrante per il commissario, di ritrovare in bocca ad altri conclusioni a cui lui era arrivato molto, ma molto prima.

- Sì, sì, propriamente di Impallomeni parlarono…Ah, sì… e che ne so io? sempre qui dentro chiuso sto, manco ca fussi in galera…Eh, che dite?…Ah, ho capito, va bene… Ma, a mia sbirri mi parsero…

Quartarano, appena chiusa la porta, è corso, si fa per dire, al telefono. E’ ancora agitato perchè la corsettina bene non gli ha fatto. Ma ora, si vede che è più tranquillo: assittato nella poltrona grande del salottino, fuma beato il sicarro.

Ciccio ha sentito tutto. Con ancora in mano una tazzina di caffè appena lavata, ha ascoltato di nascosto la conversazione. Ha la faccia triste e pare manchi poco che si metta a piangere. Perché? E perché? Boh? Forse qualche cosa in più di noi lui l’ha capita dalla telefonata di Quartararo.

Ma quello non è il cameriere dell’hotel Mozart? Si chiede Cardascio appena uscito dall’antica trattoria.

- E’ rimasto soddisfatto, signor commissario? Era buono il bollito?

La signora Serafina Sagone ci tiene al nostro commissario e si vede. Il tempo di un saluto e di un complimento veloce veloce, perché se no la signora ci resta male, che il picciottello è sparito. E' stato solo un attimo. L’ha intravvisto che passava quasi correndo nel vicolo e gli è rimasta un’impressione strana. Gli è parso che il ragazzo stesse piangendo.


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o a persone realmente esistite o esistenti
è puramente casuale...

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