venerdì 22 maggio 2009

Interrogazione: la traduzione

Dimmelo, Achille, insegui sempre la tua fortuna?
con tutti gli altri uomini speciali, un po’ come fossero dei
un tantino camorristi (prepotenti) ma, in fondo, perfino pii,
state tutti là adesso, così forti e morti?


E adesso che non puoi attaccare, ti tocca difenderti da qualcosa:
da un diavolo incazzato, dai tuoi santi, dalle spine che sono il ghigno di una rosa?


Dimmelo:
Ancora le lanci, le lance?
Ancora le mangi, le arance?


Achi’, ma sentirsi sempre rispettati dal popolo impaurito
è sul serio un sentire che ti riempie molto?
E coloro che non uccidono nessuno sono minchie (idioti)?
Lo pensi perfino in questo momento che sei spento (passato nell’aldilà)?


Comprendendo te e chi vive di gran Grandezza
e quelli che… ”comandare è meglio che far l’amore”,
reputandolo un detto da non tenere in considerazione
ma che è la rovina di questo Mondo e mi fa molta stizza ,
mi vengono in mente soltanto due questioni,
te le porgo qui davanti a testimoni.
Lo sai, per tutti si sciolgono i propri anni (finisce il tempo):
attento(!) a queste profonde e grandi domande:

Ancora le mangi, le arance?
Ancora le lanci, le lance?

(pippo montedoro)
(pippu ‘u Muntiruoru)

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venerdì 15 maggio 2009

INTERROGAZIONE

Rimmìllu, Achille, assicuti siempri ‘a to’ suorti?
cu tutti l’atri uomini spiciali, un pocu comu ‘i dii
n’anticchia camurristi ma, all’ultimu, puru pii,
stati tutti ddà, uora, accussì fuorti e muorti?

E uora c’on po’ attaccari, t’attuocca difinniriti ‘i qualchi cuosa:
r’un diavulu ‘ncazzatu, r’i toi santi, r’i spini ca sunnu ‘a smuorfia r’i ‘na ruosa?

Rimmìllu:
Ancuora ‘i lanci, i lanci?
Ancuora ‘i manci, i aranci?


Achi’, ma sintirisi siempri rispittatu r’u puopulu scantatu
è pi’ vieru un sintirisi c’assai ti inchi?
E chiddi c’on ammazzanu a nuddu sunnu minchi?
‘U piensi puru a ‘stu minutu ca si’ astutatu?


Capiennu a tia e a cu campa ri gran Grannizza
e a cu’ ca …”cumannari è mugghiu ‘i futtiri”,
pinsànnulu un pruvierbiu c’onn’è ri sientiri
ma è ruina ri ‘sta Tierra e mi fa assai stizza,
mi viennu sulamenti rui quistiuni:
t’i fazzu cca, ravanti a tistimuni.
‘U sai, pi’ tutti squagghianu ‘i soi anni;
attientu(!) a ‘sti prufunni e gran dumanni:

Ancuora ‘i manci, i aranci?
Ancuora ‘i lanci, i lanci?

(pippo montedoro)

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mercoledì 13 maggio 2009

frasi celebri

Molti di voi oramai conoscono la riubrica "frasi celebri" che la Trazzera pubblica nella sua colonna della home page. Fino ad oggi le frasi pubblicate sono state 10. Di seguito ve le riportiamo tutte. Leggetele (o rileggetele) con attenzione perchè contengono molti spunti per profonde riflessioni. Almeno così è stato per noi che le abbiamo scovate.

10 - Il capitale cerebrale ed umano è identico per l'uomo e la donna, solo che nella donna viene distrutto dalla cultura sociale , mentre nell'uomo viene sopravvalutato.
(Rita Levi Montalcini)

9 - Io credo in un’America dove la separazione di Chiesa e Stato sia assoluta. Dove nessun gruppo religioso cerchi di imporre i suoi voleri direttamente o indirettamente sulla popolazione o sugli atti pubblici dei suoi funzionari.
(John Fitzgerald Kennedy )

8 - Non va allontanato il povero, ma la povertà. Non si può continuare a emarginare chi non partecipa allo sviluppo economico. E lo sviluppo economico non è la soluzione. Serve uno sviluppo solidale
(Don Vittorio Nozza)

7 - Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista.
(Pessoa Càmara, vescovo brasiliano)

6 - Le istituzioni migliori nelle mani di uomini ingiusti e senza amore genereranno sofferenza e miseria, mentre istituzioni tecnicamente meno perfette, ma affidate a uomini di cuore, capaci di rispettare le personalità dei lavoratori, potranno forse promuovere piùefficacemente il bene comune
(R. Voillaume)

5 - La finanza è l'arte di far passare i soldi di mano in mano fino a farli scomparire
(Robert W. Sarnoff)

4 - non amo la concorrenza, è l'opposto della solidarietà
(anonimo)

3 - Ce n'è abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di ciascuno (Ghandi)

2 - non essere così modesto... non sei poi così grande!
(Golda Meir)

1 - Non c'è nulla di tragico ad avere 50 anni tranne a volerne avere 20 a tutti i costi"
(dal film "viale del tramonto"... appunto!)

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mercoledì 6 maggio 2009

5 maggio

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,

muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.

Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:

vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.

Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;

tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.

Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.

E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.

Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;

tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!

Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!

E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.

Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;

e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.

Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò