sabato 5 dicembre 2009

(2) Il Commissario Cardascio e lo spillone insanguinato



CAPITOLO II


Palermo? Può essere.


Questi due non li conosco. E’ vero, mi hanno detto di farvi da guida e io ho accettato. Ma se non sai le cose che cavolo ti metti a fare la guida? Direte voi.

Per certi versi, avete perfettamente ragione.

Lo so che siete abituati bene. In occasioni come questa per voi è come prendere un aereo. Vi affidate perché siete convinti che il pilota sappia tutto quello che c’è da sapere. Ho il timore che nel nostro caso non sarà così. Ve lo faccio presente prima ancora di cominciare, perché chi volesse scendere, lo può tranquillamente fare.


Vi dico subito che di questa storia so appena come comincia e, vi giuro su quello che volete voi, non so proprio come va a finire. In più, conosco quasi tutti quelli che ci capiterà di incontrare, ma quasi tutti.

Degli altri, come questi due per esempio, so che ci sono. Forse, li avrò visti da qualche parte e magari me li hanno anche presentati.

E poi, forza, non ditemi che non è capitato anche a voi. Magari, che ne so, siete di Bergamo. Tipi come questi ci sono pure lì, ma li conoscete?

Ora spunta quello che dice sì.


Va bene, è chiaro che qualcuno li conosce, ma l’eccezione conferma la regola, o no?

Non voglio comunque sottrarmi al mio compito e qualche cosa ve la dico. Immaginate che quello che stiamo per sentire sia come gli scampoli di conversazione che vi capita si ascoltare per strada, sul bus, al bar.

Sapete che c’è qualcuno che sta parlando, ma non vi riesce proprio di capire chi è.

E con questo è tutto e non ci tornerò più sopra. Casomai dovesse succedere che, a parte le parole, capitasse di intravedere qualche cosa, state tranquilli, se non ve ne accorgete voi, ve la farò notare io.


- Prima quel cretino del Giornale di Sicilia. Ma dico io, con tutto quello che succede in questa benedetta città, mi vanno a fare un articolo a tre colonne su quel signor nessuno?

- Ci vuole pazienza, lo sai. A che serve lamentarsi? Il danno, se danno c’è stato, è fatto, quindi…E poi, i giornali, chi li legge più. Dai, mettiti il cuore in pace che ci perdi la salute.

- Tranquillo, parlo assai, mi conosci, no? Meno male che è finita lì. Nessuno ci ha ricamato sopra dopo.

- Non è che hai fatto o detto qualche fesseria in giro?

- Ma che stai a dire...nulla, nulla di nulla. Ci mancherebbe. E’ vero che chi ha occhi per vedere, vede, ma da questo arrivare a muovere un dito ce ne passa. Mi meraviglio che tu l’abbia solo pensato.

- Non te la prendere. Lo sai che ho assoluta fiducia in quello che fai.

- E come no, sempre le rogne più rognose mi dai…come con quel don Ermete.

- Di questo non devi crucciarti. Al contrario, consideralo il segno più tangibile della mia stima per te.

- D’accordo, d’accordo. Scusa lo sfogo, ma, certe volte è come se non ci fossi vissuto da sempre in questa città. Mi vengono i nervi a vedere di quali scimuniti siamo circondati.

- Va bene. Chiudiamola qui e spiegami il perché di tanta urgenza.

Mi sbaglio o hai appena finito di dirmi che la questione non è stata più ripresa dopo la pubblicazione di quell’articolo?

- Se ti riferisci ai giornali, sì, però, la cosa non è affatto finita lì.

- Che intendi dire?

- Se hai la pazienza di starmi a sentire un minuto te lo spiego. A quanto pare c’è una lettera anonima.

- Una lettera anonima? A chi?

- Alla Questura

- Ah e ti pareva. Qui tutti scrivono lettere anonime. Non mi pare il caso di preoccuparsi tanto.

- E no, in questo ti sbagli.

- Va bene, se lo dici tu, sarà così. Però, per cortesia, fammi capire pure a me.

- La lettera in questione, il Questore l’ha assegnata al commissario Cardascio.

- Ah, e dovremmo preoccuparci per questo?

- Io dico di sì

- Mah…ne ho sentito parlare e so che è un rompiscatole, ma da questo a farsene un cruccio come stai facendo tu ce ne corre assai.

- Che dirti…speriamo.

(accì)


fine della 2^ puntata


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Ogni rifermento a fatti realmente accaduti

o a persone realmente esistite o esistenti

è puramente casuale...


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