giovedì 28 febbraio 2013

Palermo, dove per mangiare si paga poco (12)

L'ingresso dell' Osteria Cuto's a Ballarò
Osteria Cuto's 
Via Chiappara al Carmine, 2 ( Ballarò)
Percorrete via Maqueda verso la stazione centrale , superate  palazzo Comitini, sede della Provincia , ed arrivate all'altezza di via Torino (sulla sinistra). Alla vostra destra si apre un antico arco con due imponenti colonne in marmo  : é l'arco di Cutò. Da qui parte una stradina (via Chiappara) che vi coduce al mercato storico di Ballarò. E proprio sotto l'arco, sulla sinistra, si trova l'antico ingresso della osteria Cuto's.

Giorgio e Giuseppe Di Maio
Aperta negli anni trenta,nei locali che fungevano da stalla del palazzo del principe di Cutò, negli anni '70 ha cambiato gestione ed il suo nome (in un inglese storpiato) era New Pink Blak, forse per richiamare i colori della locale squadra di calcio.

 Da 5 mesi la locanda viene gestita da Giuseppe Di Maio con il figlio Giorgio che, oltre ad essere il cuoco del locale, cura i rapporti con i clienti.
All'ingresso un caratteristico bancone old style per la mescita curata da papà Giuseppe. Sulla destra si aprono due salette da pranzo, una principale con 4 tavoli e un'altra, più intima, con un solo tavolo. Per un totale di 25 posti.
La sala principale dell'osteria
 
Apppena dentro, ci si trova immersi in una magica atmosfera retrò, con le amate sedie Thonet rosse e le confortanti cerate quadrettate, bianche e verdi,sui tavoli.
Solitamente li troverete  occupati da simpatici  bevitori di birra, disposti quasi sempre a scambiare quattro chiacchiere con voi  trasformando il vostro pranzo in un allegro convivio popolare. E se siete disponibili alla chiacchiera verrete a conoscenza di personaggi e aneddoti locali, molto gustosi.Il tutto corredato da un sottofondo musicale dance, appena percettibile  e per nulla fastidioso.
dall'arco di Cutò al mercaro di Ballarò


Non essendoci la carta del menù bisogna ascoltare i consigli  del gentilissimo e giovanissimo Giorgio, che riesce a dividere il suo tempo tra i tavoli di Cuto's e i tasti del pianoforte, sua grande passione.

Da Cuto's sono pronti ad esaudire ogni vostro sfizio gastronomico. Il vicino mercato di Ballarò è una fonte inesauribile di materie prime.
Esistono comunque dei piatti che  l'osteria serve abitualmente:

la vecchia osteria New Pink Blak
Tra gli antipasti: polpette di carne dalla forma oblunga e uova sode
Tra i primi: pasta alla carrettiera, con ragù in bianco,  con piselli e prosciutto, fave a coniglio.
Tra i secondi: carne (bovina o suina) ai ferri, pesce spada ai ferri, gigantesche porzioni di gamberoni, cozze, sarde fritte. E come contorni abbondanti insalate miste, di pomodoro, di lattuga e tonno.

Da bere vino sfuso bianco e rosso, gassosa (azzusa), birra Forst a collo lungo
un secondo a base di carne di maiale

Come dolci...."viva il salato altrimenti poi non bevono assai" (Giorgio dixit)

E dopo pranzo, ancora birra e chiacchiere. Qui non si chiude bottega.

Il costo per un pasto oscilla mediamente tra i 6 e i 12 euro... tranne che non vogliate ordinare ostriche e aragosta..ma se vi basta un piatto di pasta ed una birra ve la cavate con meno di 5 euro!

Il locale è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 21. La cena viene però servita al massimo entro le 7,30.tranne che non vogliate  organizzare una serata con gli amici . Allora è consigliabile telefonare al  
328 7437907

Pippo, Laura , Piero  e Stefano
6 febbraio 2013


domenica 3 febbraio 2013

Cioncalotta: Madre Coraggio e la mia pasta alla carbonara


fusilli alla carbonara
Cioncalotta, era una gallinella nana che tenevamo come animaletto da compagnia, si nutriva, oltre che dei resti della tavola, del nostro affetto e, per la gioia di mio padre, pizzuliava pure in giardino dove in estate si faceva a nuara.
La bestiola ricambiava le nostre attenzioni con le sue uova, piccole e deliziose.
Cioncalotta, aveva una peculiarità che la caratterizzava: il trimulizzo della testa, quella testolina tremava ad una velocità pazzesca tanto che pensavo non potesse mettere bene a fuoco il mondo che le girava attorno.
Un pomeriggio di fine estate, arrivarono una decina di pulcini di addini ovaiole,  che da lì a poco sarebbero diventati dei giganti al suo cospetto….
Lei decise di adottarli tutti, un c’era verso di farici capire che non era cosa… se li mise tutti sotto le ali e guai a chi si avvicinava era nica ma ….
“Ma il coraggio e la volontà di affermarsi come madre prevarrà sulla sua natura, e la renderà cieca di fronte alle limitazioni che le si porranno davanti. Il Tempo la priverà dei suoi “figli”… e la lascerà sola, ma il suo istinto materno ormai totalmente esaltato non le permetterà di rinunciare a crescere quei colossi; anzi, in essi, cercherà la forza per tornare a volare”*
Passavano i giorni, i pulcini diventavano grandi, Cioncalotta resisteva e le sue ali si allargavano sempre di più, finché non arrivò il momento insegnasse loro a volare; le lezioni si svolgevano in giardino tra gli alberi di agrumi, dove lei saliva su rami più bassi e agitava le ali, spiccava il volo e poi tornava dai “figlioletti” che, goffi provavano ad imitarla, ma sistematicamente cadevano a terra, Cioncalotta, aveva un sogno, vederli librare liberi nell’aria… ma sarebbe rimasto solo un sogno.
Quando si arrese i ragazzi erano già maturi: le femmine cominciarono a produrre uova e i maschietti… beh facevano i maschietti…
Da allora cominciò una notevole produzione di uova, a proposito di uova...

Andiamo alla mia personalissima pasta alla carbonara

Pur essendo molto radicata alle tradizioni e al passato della mia famiglia, amo creare nuove ricette o comunque, stravolgere le originali, così l’altra volta ho fatto una carbonara lasciandomi ispirare da quello che c’era a disposizione nella dispensa di Fraginesi, luogo dove amo rifugiarmi in inverno, e si sa, nelle case di campagna, in inverno, le dispense e i frigoriferi languono.
Premetto che quel giorno, ero stata a trovare “i ceramisti” du bagghiu di Scopello, amici dai tempi in cui a Scopello si facevano vacanze all’insegna del “fancazzeggio”, eravamo munrialisi contro scupiddara, che durante l’ora della siesta, ci facevamo la guerra dell’acqua, la sera si cenava tutti insieme e di notte si andava a fare il bagno alle terme segestane.
I ceramisti oltre a vendere ceramiche hanno una fattoria  composta da una capretta, un cavallo, oche, galline e cani e gatti a più non posso, e quando capita vendono le uova freschissime, ma a me che sono amica, le uova, qule giorno, me le hanno regalate.
Mi sentivo ricca con quelle uova molto fresche e per strada mi frullava qualcosa in testa.
Appena arrivata su a Fraginesi, ho rovistato dappertutto, cerca che ti cerca ho trovato: un pezzetto di parmigiano addimuratu e un po’ di burro in frigo, tre cipolle bianche nel carrello della frutta,  un pacco di fusilli ‘nto stipu, un barattolino di noci moscate e una busta di latte.
Ho guardato dritto negli occhi il mio ospite e come un’eroina di vecchi film:
        ti  fidi di me?
Sentivo il suo cervello che, faceva trac trac ed elaborava pensieri perniciosi, ma non per me! Per lui, che ha frequentato i migliori ristoratori e pasticceri Londinesi!
“ho bedda matri! Se le dico si, un sacciu ‘nsoccu m’aspetta, se le dico no, s’affenni, cunsumatu sugnu”!
La sua buona educazione gli ha impedito di offendermi e così ho proceduto:
ho affettato la cipolla e l’ho fatta stufare in padella con il burro il sale e il pepe e un po’ d’acqua, mantenendo la fiamma molto bassa. 
Ho battuto le uova, aggiungendo un pizzico di sale e un bel po’ di noce moscata grattugiata e un goccio di latte, 
ho cotto i fusilli in abbondante acqua salata, appena al dente li ho scolati e li ho versati nella padella con la cipolla ben cotta, 
ho fatto saltare a fiamma allegra il tutto e tolti dalla fiamma 
ho aggiunto le uova battute, 
ho mescolato per bene, e rimesso un attimo su fuoco giusto per evitare che l’uovo restasse crudo, una manciata di parmigiano grattugiato e … a tavola!
Quanto al mio ospite? … mi ha promesso che mi porterà a Londra…

antonella gullo

*Molto liberamente, tratta da una prefazione di Madre Coraggio e i suoi figli di Bertolt Brecht