fusilli alla carbonara |
La
bestiola ricambiava le nostre attenzioni con le sue uova, piccole e deliziose.
Cioncalotta,
aveva una peculiarità che la caratterizzava: il trimulizzo della testa, quella
testolina tremava ad una velocità pazzesca tanto che pensavo non potesse
mettere bene a fuoco il mondo che le girava attorno.
Un
pomeriggio di fine estate, arrivarono una decina di pulcini di addini
ovaiole, che da lì a poco sarebbero
diventati dei giganti al suo cospetto….
Lei
decise di adottarli tutti, un c’era verso di farici capire che non era cosa… se
li mise tutti sotto le ali e guai a chi si avvicinava era nica ma ….
“Ma il coraggio e la volontà di affermarsi come madre prevarrà sulla sua natura, e
la renderà cieca di fronte alle limitazioni che le si porranno
davanti. Il Tempo la priverà dei suoi “figli”… e la lascerà sola, ma il suo
istinto materno ormai totalmente esaltato non le permetterà di rinunciare a
crescere quei colossi; anzi, in essi, cercherà la forza per tornare a volare”*
Passavano
i giorni, i pulcini diventavano grandi, Cioncalotta resisteva e le sue ali si
allargavano sempre di più, finché non arrivò il momento insegnasse loro a
volare; le lezioni si svolgevano in giardino tra gli alberi di agrumi, dove lei
saliva su rami più bassi e agitava le ali, spiccava il volo e poi tornava dai
“figlioletti” che, goffi provavano ad imitarla, ma sistematicamente cadevano a
terra, Cioncalotta, aveva un sogno, vederli librare liberi nell’aria… ma
sarebbe rimasto solo un sogno.
Quando
si arrese i ragazzi erano già maturi: le femmine cominciarono a produrre uova e
i maschietti… beh facevano i maschietti…
Da
allora cominciò una notevole produzione di uova, a proposito di uova...
Andiamo
alla mia personalissima pasta alla carbonara
Pur
essendo molto radicata alle tradizioni e al passato della mia famiglia, amo
creare nuove ricette o comunque, stravolgere le originali, così l’altra volta
ho fatto una carbonara lasciandomi ispirare da quello che c’era a disposizione
nella dispensa di Fraginesi, luogo dove amo rifugiarmi in inverno, e si sa,
nelle case di campagna, in inverno, le dispense e i frigoriferi languono.
Premetto
che quel giorno, ero stata a trovare “i ceramisti” du bagghiu di Scopello,
amici dai tempi in cui a Scopello si facevano vacanze all’insegna del
“fancazzeggio”, eravamo munrialisi contro scupiddara, che durante l’ora della
siesta, ci facevamo la guerra dell’acqua, la sera si cenava tutti insieme e di
notte si andava a fare il bagno alle terme segestane.
I
ceramisti oltre a vendere ceramiche hanno una fattoria composta da una capretta, un cavallo, oche,
galline e cani e gatti a più non posso, e quando capita vendono le uova
freschissime, ma a me che sono amica, le uova, qule giorno, me le hanno
regalate.
Mi
sentivo ricca con quelle uova molto fresche e per strada mi frullava qualcosa
in testa.
Appena
arrivata su a Fraginesi, ho rovistato dappertutto, cerca che ti cerca ho
trovato: un pezzetto di parmigiano addimuratu e un po’ di burro in frigo, tre
cipolle bianche nel carrello della frutta,
un pacco di fusilli ‘nto stipu, un barattolino di noci moscate e una
busta di latte.
Ho
guardato dritto negli occhi il mio ospite e come un’eroina di vecchi film:
–
ti fidi di me?
Sentivo
il suo cervello che, faceva trac trac ed elaborava pensieri perniciosi, ma non
per me! Per lui, che ha frequentato i migliori ristoratori e pasticceri
Londinesi!
“ho bedda matri! Se le dico si, un sacciu ‘nsoccu m’aspetta, se le dico
no, s’affenni, cunsumatu sugnu”!
La
sua buona educazione gli ha impedito di offendermi e così ho proceduto:
ho
affettato la cipolla e l’ho fatta stufare in padella con il burro il sale e il
pepe e un po’ d’acqua, mantenendo la fiamma molto bassa.
Ho battuto le uova, aggiungendo un pizzico di sale e un bel po’ di noce moscata grattugiata e un goccio di latte,
ho cotto i fusilli in abbondante acqua salata, appena al dente li ho scolati e li ho versati nella padella con la cipolla ben cotta,
ho fatto saltare a fiamma allegra il tutto e tolti dalla fiamma
ho aggiunto le uova battute,
ho mescolato per bene, e rimesso un attimo su fuoco giusto per evitare che l’uovo restasse crudo, una manciata di parmigiano grattugiato e … a tavola!
Ho battuto le uova, aggiungendo un pizzico di sale e un bel po’ di noce moscata grattugiata e un goccio di latte,
ho cotto i fusilli in abbondante acqua salata, appena al dente li ho scolati e li ho versati nella padella con la cipolla ben cotta,
ho fatto saltare a fiamma allegra il tutto e tolti dalla fiamma
ho aggiunto le uova battute,
ho mescolato per bene, e rimesso un attimo su fuoco giusto per evitare che l’uovo restasse crudo, una manciata di parmigiano grattugiato e … a tavola!
Quanto
al mio ospite? … mi ha promesso che mi porterà a Londra…
antonella gullo
*Molto
liberamente, tratta da una prefazione di Madre Coraggio e i suoi figli di Bertolt
Brecht
Nessun commento:
Posta un commento