domenica 30 gennaio 2011

U' tichirichì

prima di leggere queto articolo è consigliabile godersi quello che trvate appena sotto dal titolo "la dignitosità del dolore" nel quale è contenuto il termine che qui viene spiegato

Tichirichì è un termine quasi onomatopeico che indicherebbe una crisi nervosa
con movimenti spasmodici. Ad onor del vero, non so nemmeno se esiste nella
terminologia del nostro dialetto, ma sicuramente esiste nel linguaggio della
mia famiglia.

Ricordo che mio nonno, eroe della prima guerra mondiale e per questo insignito
del titolo di Cavaliere del Regno all’onor militare, ogni tanto non controllava
i movimenti del corpo, una sorta di tic nervoso temporaneo, dovuto al fatto che
durante la guerra, sul massiccio della Marmolada, fu colpito in testa da una
granata che gli fece saltare parte della calotta cranica, e quando capitavano
queste crisi, io che ero più piccola mi scantavo da morire, i miei cugini
grandi più abituati al fenomeno, dicevano che il nonno aveva il tichirichì.

antonella gullo

sabato 22 gennaio 2011

la digninosità del dolore


Quando tutti i suoi figli arrivarono, Mastro Totò era già bell’impustato, grapiu un occhiu, cull’avitru a pirtusu si accertò che Ancilina un fussi sula e nto corpu spirò!

Inaspettato arrivò il tragico evento, dopo vent’anni di sofferenza, nessuno si dava pace: Totò aveva solo novant’anni.

Totò Totò – urlava Ancilina – mi lassasti sula ‘nta stu munnu!

Ancilina e Totò avevano avuto cincu figli fimmini, tutte e cincu maritate, quinnici niputi e tri pronipoti. Arrizzavanu veru i carni a sapiri Ancilina sula!

Ancilina vestiu Totò cu un abitu eliganti, fici sistemare il feretro nella stanza chiù bella cominciò a pregare e ripitia a tutti a stessa cosa: - u viri comu u vinisti a truvari? Ma tu t’aspittavi?

No Ancilì, arristavu basita quannu mu rìdissiru! Ma coraggiu a vita continua.

Totò Totò, iu pi ttia vogghiu u megghiu, picchì tu meriti, travagghiasti na vita e ora t’accattu u postu chiù bellu du cimiteru!

La figlia più grande, che soffriva con dignitosità , le ricordò, sottovoce, che Totò ci avìa già pinsatu iddu e che il posto al cimitero lo aveva di già, e chi ddissi da mischinedda?

Si scatenarono le ire dell’inferno, le urla squarciarono il silenzio della notte, Ancilina cominciò a fari comu na foddi – è cosa mia Totò, e fazzu chiddu chi dicu iu, Totò avi aviri u megghiu du megghiu! Totò Totò dicccillu tu e parra!

Ma Totò unni vosi sapiri nenti d’arrispunniri, anche se si temette che Totò potesse rispondere – A vuliti finiri ca i cristiani a st’ura dormunu?

Ma totò, per fortuna, un arrispunniu – Totò parra biniditti DDiu! – continuava a gridare Ancilina ma si rese conto che Totò non avrebbe mai risposto, fu allora si fece venire u tichirichì!

Antonella Gullo

(l'illustrazione "il momento del trapasso" è di Giovanni Gugliotta)


ed ora.....in italiano

Quando tutti i suoi figli arrivarono, Mastro Totò era già sistemato, aprì un occhio, l’altro piccolo come un buco. Si accertò che Ancilina non fosse sola, e spirò

Inaspettato arrivò il tragico evento, dopo vent’anni di sofferenza, nessuno si dava pace: Totò aveva solo novant’anni.

Totò Totò – urlava Ancilina – mi ha lasciata sola in questo mondo!

Ancilina e Totò avevano avuto cinque figlie femmine, tutte e cinque sposate, quindici nipoti e tre pronipoti. Veniva la pelle d’oca a pensare che Ancilina era rimasta sola!

Ancilina vestì Totò con un abito elegante, fece sistemare il feretro nella stanza più bella, cominciò a pregare e ripeteva a tutti la stessa cosa: - lo vedi come lo lo hai trovato? Ma tu, te l’aspettavi?

No Ancilì, sono rimasta basita quando me lo hanno detto! Ma coraggio la vita continua.

Totò Totò, io per te voglio il meglio, perché te lo meriti, hai lavorato una vita e ora ti compro il posto più bello del cimitero!

La figlia più grande, che soffriva con dignitosità , le ricordò, sottovoce, che Totò ci aveva già pensato lui e che il posto al cimitero lo aveva di già. E che disse quella poveretta!?

Si scatenarono le ire dell’inferno, le urla squarciarono il silenzio della notte, Ancilina cominciò a fare come un apazza – è cosa mia Totò, e faccio quello che dico io. Totò deve aver il meglio del meglio! Totò Totò diglielo ti, parla!

Ma Totò non ne volle sapere niente di rispondere , anche se si temette che Totò potesse rispondere – la volete finire che le persone a quest’ora dormono?

Ma totò, per fortuna, non rispondeva – Totò parla benedetto Iddio! – continuava a gridare Ancilina, ma si rese conto che Totò non avrebbe mai risposto.
F
u allora si fece venire u tichirichì!

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n.d.t. = scusate il finale misterioso, ma io non so proprio cosa sia u tichirichì e così aspettiamo che ce lo spieghi Antonella in persona!