sabato 27 febbraio 2010

(26) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato

CAPITOLO XXVI
Policlinico
Dottor Peppino Pignatone


Si stava così bene, si stava. Inconvenienti del mestiere, direte voi. Senza dubbio, non per questo voglio sottrarmi ai miei obblighi, ci mancherebbe. Non datemi del nostalgico, per favore, però, sinceramente, non era meglio una volta quando per raccontare una storia si cominnciava dall’inizio e si andava avanti fino alla fine? Capolavori ci hanno scritto così, ma, ora no, non si usa più e bisogna scapicollarsi da un posto ad un altro e avanti e indietro, se no manca la suspence. Ma mi facciano il sacrosanto piacere!
Comunque, visto che ci siamo, vediamo di capire il perché ci siamo dovuti venire al Policliniclico. Non lasciatevi prendere dal panico. Capisco bene che la segnaletica vi sta facendo perdere l’orientamento. Non dovrebbe andare così, dite voi. Il vostro giudizio al riguardo non fa una grinza, ma il discorso ci porterebbe lontano. Vi basti ascoltare il breve ragionamento che segue. Perchè si usa la segnaletica in posti come questo? Ovvio, direte, per permettere a chi non conosce la strada di orientarsi e trovarla. Beh, diciamo che qui, invece, la mettono e basta. Come perchè? E io che ne so, magari c’è abbondanza di segnaletica invenduta e il mercato del settore langue e si rischiano diversi posti di lavoro. Con questo è tutto e sulla questione non ci torniamo più considerato che il punto non è questo e che la direzione da seguire io la conosco bene, quindi a che serve la segnaletica?

- Azzo, Infante, che è successo? Per farti smuovere quelle tue chiappe lardose ce ne vuole! E poi proprio qui? E a fare che, se posso chiedere? Non dire che vieni a trovare un vecchio amico, che poi sarei io, perché non è vero. Almeno su questo siamo d’accordo, vero, vice questore Infante?
- Sempre a babbiare vero, Pignatone? Il vizio non te lo levi mai? Proprio a te sono venuto a trovare, e non come amico, ma esclusivamente per una faccenda di lavoro.
- Non male come spiegazione, Infante. Però, me la togli la curiosità? con il lavoro che fai tu alla questura che c’entra una visita al medico legale? Se non mi sbaglio, tu le mani con le indagini non te le sporchi più da tanto tempo. Dico bene, Infante? o mi sbaglio?
- Vuoi avere ragione? Pigliatela, che vuoi da me? Puoi dire quello che cazzo ti pare, Pignatone, ma sono venuto qui per lavoro.
- Vuoi farmi capire che non devo farti domande? Come vuoi Infante, a disposizione, come sempre. Allora dimmi che cosa sei venuto a fare?
- Mi sono letta la relazione sull’autopsia di quel ragioniere ammazzato qualche settimana addietro
- Va bene, l’hai letta e allora? Bada, non ti sto chiedendo per quale motivo uno come te, che non dovrebbe averci interesse, l’abbia letta, ne’ il perchè, dopo averla letta, questo tizio lasci la sua comoda poltrona alla questura per venire qui. Mi pare evidente che tu abbia bisogno di chiedere qualche cosa a chi l’ha scritta quella relazione e che lo debba fare con discrezione. Mi sbaglio?
- Bravo Pignatone, continua così che stai andando bene! Si vede proprio che a te gli infortuni, è vero come si dice, non insegnano niente. Continua pure a fare lo spiritoso.
- E che dovrei fare Infante? Mettermi a piangere per come mi avete ridotto? Questa soddisfazione non ve la darò mai.
- Non mettere in mezzo chi non c’entra niente. Se sei finito qua, sai bene che lo devi solo a te stesso. Non dire fesserie.
- Comunque, Infante, per farla breve, ho da fare e mi hai pure scocciato. Se sei venuto è perché vuoi qualcosa da me, quindi finisci di annacarti e parla. Che vuoi?
- Ti ho detto che letto la tua relazione su Impallomeni. Beh, non c’è che dire, fatta bene. Chi te lo ha mai negato questo? Lo sanno tutti che il mestiere lo conosci.
- E allora? La relazione l’ho scritta, l’ho mandata a chi dovevo mandarla e per me la questione si è chiusa lì. E poi finiscila con i complimenti ipocriti. Non lo sai che da te e da quelli come te non ne accetto?
- Quindi, ti stavo dicendo che la relazione è perfetta. Il ragioniere aveva, è vero come si dice, consumato un rapporto contro natura prima di essere ammazzato, e questo va molto bene, poi, però, ci hai messo un passaggio che non ho capito. Anzi, se devo essere sincero, mi ha confuso le idee.

Questi due ormai dovreste conoscerli bene. Infante, è il collega di Cardascio che la Antocci considera il suo braccio destro. Anzi, se ricordate, mi pare proprio che lo abbia come designato a succederle. Non sembra un tipo losco, vero? Al contrario, pare un intellettuale con quella bella capigliatura fluente che si ritrova. Dite che portare i capelli così lunghi non sia opportuno per un poliziotto? Potete pensare quello che volete, Infante se lo può permettere, mica è un questurino che gira per le strade. Non è altissimo, però ha una bella presenza che si fa notare. Passa per stratega sopraffino e grande conoscitore di uomini e cose dentro e fuori la questura. Non piglia mai un partito preciso e questo impedisce ad amici e nemici di collocarlo. Diciamo che apparentemente sta bene con tutti, salvo poi… Quindi, se volete un consiglio spassionato, evitatelo, almeno fino a quando non diventa questore. Dopo sarà diverso, a meno che non siate, che ne so, prefetti o comunque, occupiate un posto al di sopra del suo.
Pignatone, in effetti, non l’abbiamo mai visto, dato che ha incrociato la nostra strada solo parlando al telefono col nostro commissario. Tuttavia, un’idea per quanto sommaria dovreste avervela già fatta. Fa il medico legale e, a quanto pare, sa fare bene il suo mestiere. Non pare, però, che sia molto contento di quello che fa, oppure del posto che occupa. Anche lui non è che sia un omone. Diciamo che rientra nella media di quelli della sua età, cioè dei cinquantenni che vanno per i sessanta. A primo acchitto, è una persona gioviale e allegra, nonostante lo scontento che si porta dentro. Ride e scherza con tutti e l’abbiamo potuto constatare anche con Cardascio, nonostante il fatto che non si trattasse proprio di barzellette. Infante sembra conoscere bene il cruccio del nostro dottore. Inoltre, non mi pare proprio che fra i due corra buon sangue. Comunque, stiamo a sentire come va a finire.

- A cosa ti riferisci, Infante? Non ti credevo così attento a questioni medico-legali e non mi risulta che ti sia mai occupato di casi di omicidio come, apparentemente, è questo di Impallomeni.
- Ah, vedi che ci torni? E lo sottolinei pure. Guarda che, come dici tu, può anche essere che non abbia mai seguito casi di omicidio, però le sfumature sono il mio pane quotidiano, Pignatone. Questo dovresti saperlo. Allora, proprio a quell’apparententemente mi riferivo. Non è che nella relazione hai usato una maniera così diretta per dire quello che pensi, ma - si vede che gli anni una qualche dose di prudenza te l’hanno insegnata - hai detto e non detto. Vorrei capire il perché.
- A me non pare proprio che le cose stiano come dici tu.
- E dai Pignatone, vuoi proprio passare pure questi ultimi anni che ti separano dalla pensione a squartare morti ammazzati? Non dovrebbe essere un mistero, neppure per uno stronzo come te che fra qualche mese si liberarerà quella cattedra che tu sai.
- Cosa c’entra una cattedra universitaria con la mia relazione?
- Beh, allora ritiro quello che ho detto. Sei senza rimedio. Ti piace stare dove sei, orgoglioso e testardo come sei. Sei contento così? e stacci allora. Ma non venirti a lementare che pure gli imbecilli più imbecilli ti passano avanti.
- Mi staresti promettendo un appoggio per la cattedra? Non ci credo, Infante. Tu non fai mai niente per niente. Cosa vuoi in cambio?
- Ma niente, dottore, cosa vuoi che sia venuto a chiedere. Ti sto solo dicendo che nella tua bella relazione quel dire e non dire proprio non ci voleva. Tutto qui. Devi sapere che abbiamo in mano quello che ha ammazzato Impallomeni. Però, ti immagini gli avvocati? A pesce ci si buttano sulla tua relazione.
- Ma io la relazione l’ho già mandata, te l’ho detto, mica posso rimangiarmela.
- E che non lo so che l’hai mandata. L’ho letta. Ci chiedevamo se ne avessi mandato solo quella copia o magari se ne avessi parlato con qualcuno.
- Cardascio mi ha detto di mandarla per le vie gerarchiche e io così ho fatto. Non c’è altro, nessun’altra copia. E con chi cazzo pensi possa parlare dei risultati di una autopsia, con mia moglie?

Siete rimasti sfavorevolmente impressionati? Ma via, per piacere, mi vorreste far credere che non siete mai incappati, almeno una volta nella vita, in discorsi simili a questo? Vi sembrano tutti e due dei farabutti? Può darsi, chi lo nega. Tuttavia, non mi pare il caso di essere così drastici. Ma dove vivete? Ah, ora non cominciate a fare i razzisti che mi incazzo davvero. Mi dispiace, ma non lo accetto. Lo sapete voi, che tanto fate i moralisti, che minchia di pensione prenderebbe il nostro dottore dopo quasi quaranta anni di servizio? Provate a sparare una cifra. Non ve la sentite? E fate bene. Comunque, non si tratta poi di chissà quale intrallazzo! Mica era una certezza quella di Pignatone. Aveva soltanto qualche dubbio sulla dinamica della morte del ragioniere. E Infante non è che abbia tutti i torti quando parla di quello che si sarebbero inventati gli avvocati. Volete che un omicida resti impunito? Questo no, ma neppure che un innocente paghi per colpe non sue? E vabbè, allora con questo modo di pensare avremmo già risolto da un pezzo il problema del sovraffollamento delle carceri. Ma fatemi il santo piacere!

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