domenica 11 marzo 2012

2002: la prima volta a Cuba (5)




Venerdì 4 gennaio 2002 – quinto giorno



Giuseppe di Catania



Di mattina io e Nadia andiamo a fare colazione (o almeno tentiamo). Percorriamo tutta la Avenida 23 e incontriamo 2 o 3 Cafeterias dove dovrebbero fare il cafè. E invece no! Sorpresa! Nelle Cafeterias vendono birra.Finiamo per sederci in un locanda all’aperto del tipo “fresa y chocolate”22 con arredamento standard in plastica. Chiediamo un cafè e loro ci invitano ad accomodarci. Quindi il barman scappa. E torna dopo venti minuti con lo zucchero. Nadia si domanda come mai nel regno della canna da zucchero questi non hanno lo zucchero. Comunque il cafè è schifoso e caro (1 dollaro)

........Continuiamo la passeggiata finché non compriamo una cartina di Cuba. Decidiamo di andare al centro storico protetto dall’UNESCO, ma nessuno ce lo vuole indicare . Dicono che è troppo lontano. Ma a loro cosa gliene fotte? Alla fine incontriamo una coppietta (lui 24 lei 30 anni). Fanno la scena dei cubani buoni , onesti, disinteressati, ma pieni di problemi e vittime del regime. In effetti sono due furfanti. Ci raccontano infatti che hanno due figli, sentono freddo e vendono sigari oltre ad affittare camere.

........Giunti al centro della città vecchia, visto che noi non molliamo un solo centesimo i due spariscono dalla circolazione lasciandoci nella merda. Infatti non sappiamo dove siamo. Gira e rigira incontriamo una specie di drogheria che però non vende niente. E’ solo fetida. Una signora ci spiega che lì distribuiscono i beni di prima necessità gratuitamente. Basta mostrare una tessera (tipo 2^ Guerra mondiale) che il governo fornisce a tutte le famiglie. E tra i beni di prima necessità c’è anche il sigaro.

......Cazziando, cazziando arriviamo così all’Hotel Florida (nella foto,l'atrio dell'albergo). Al bar prendiamo una waiawa e dell’acqua. Continuiamo il giro. Cerchiamo la piazza con il pavimento di legno . La troviamo. Il legno sembra di pietra. Invece è proprio legno, pietrificato, ma legno.Sulla piazza c’è anche un mercatino del libro. Pieno di libri sulla rivoluzione. Lì vicino c’è la splendida cattedrale. Entriamo. Sull’altare sventola la bandiera di Cuba!

.......Sulla piazza antistante si aggira una pazza che somiglia a quella che a Palermo corre sempre*. Ci ferma e ci racconta un sacco di palle. Alla fine ci chiede se le possiamo mandare dall’Italia la videocassetta di Pinocchio. Arrivano Pino e Jolaise. Ci sediamo su selciato.Pippo entra in un museo di arredi coloniali che sta proprio in questa piazza. E’ senza scarpe e le guardiane (una per stanza) lo guardano con stupore. Una non si stupisce affatto e gli vuole vendere sigari.

......Per mangiare andiamo al buffet del museo antropologico dove mangiamo sandwiches e cerveza Li vicino ci sono statue nude di aborigeni accucciati e Pino decide di farsi fare una foto con loro. Si torna a casa a riposare . Io e Nadia però approfittiamo del momento di pausa per andare dal barbiere. Si,vogliamo vedere qui com’è. Ed è unisex. Fanno di tutto a tutti senza nessuna discriminazione. Io mi faccio tagliare i capelli Nadia si fa fare lo shampoo e il colore (e qui se lo fa fare!).
Comunque il salone è veramente un salone. Cioè enorme con tanti peli per terra. Gli specchi sono rotti, le sedie sfondate e attaccate con scotch e spago. In più non usano acqua calda. Insomma una esperienza tremenda. E poi ci sono un sacco di vagabondi che stanno li a chiacchierare. Un maricon23 fa amicizia con Nadia e le indica una discoteca dove però Lui (dice) non può entrare in quanto maricon E’ uno degli effetti del regime. Allora Nadia si chiede cosa c’entri il culo con il sistema?

Io intervengo nella colta discussione e gli chiedo come mai parli l’italiano. Mi dice che qui tutte le troie parlano italiano. Non insisto.Per la cena, Mercedes ci cucinerà delle aragoste a prezzo di favore. Cioè più care che altrove. Torniamo a casa dove aspettiamo la visita dei baci perugina con le fidanzate locali. Pippo e Nadia sistemano la casa per accogliere le due “cognate“. Infatti ci sentiamo tutti appartenenti ad una stessa famiglia. Passeremo la serata con i parenti

Ma i due umbri vengono da soli. Perché mai?Si comincia a credere che in effetti siano anche loro dei maricones. Peppone è felice di vederci. E’ come se si volesse liberare di un incubo. Forse è la vittima Sandro (alias Prondo). Poi, non si sa perché, vanno via. A cena da Mercedes siamo quindi in 4 e non in sei. Ma ormai il conto è fatto e pagato per 6 e abbiamo aragoste in abbondanza. Decidiamo quindi invitare Giuseppe. E’ un catanese orbo24 venuto qui ad operarsi. Con lui la fidanzata cubana Vittoria, bella e colta. Ma oggi ci sentiamo generosi e intercontinentali e così offriamo l’aragosta pure a Tamomi, una studentessa giapponese. Nonostante questi generosi sforzi le aragoste sono comunque più del necessario e Pippo se ne mangia 2.
Poi, per smaltire la carica afrodisiaca ingerita, si metta suonare il piano. A questo punto Mercedes tira fuori un figlio che decide di scassarci la minchia suonando il piano. Conosce solo due accordi di imagine dei Beatles e li ripete all’infinito.Pippo allora lo spinge fuori dal seggiolino e stupisce tutti intonando Guantanamera25. E’ un’operazione rischiosissima: suonare la canzone simbolo di Cuba , a Cuba davanti ai Cubani. Ma il rischio va corso se no il piccolo di Mercedes ci avrebbe cacato la minchia per tutta la serata. Pippo riscuote un successo inatteso anche perché è l’unico a conoscere le parole della canzone.

Ora si decide di andare in discoteca . Si, ma quale?. All’Havana ce ne sono decine e decine . Oggi però sono tutte chiuse. Giuseppe si sente il capo della comitiva e non vuole ordini dal tacsista che, molto gentilmente, ci voleva condurre nell’unica discoteca aperta.useppe gli risponde che a quella discoteca ci andasse lui con sua sorella. Decidiamo che non è cosa. Allora torniamo all’Havana vecchia e ci infiliamo in un bar. Ma prima di ciò Giuseppe rischia di finire sotto una macchine. Infatti non ci vede e la sua compagna lo ha abbandonato per un po’ dimenticandoselo sul marciapiede. Ma tutto finisce bene e in armonia.
23 - maricon = omosessuale
24 - orbo = cieco, non vedente
25 - guantanamera = titolo della più famosa canzone di Cuba. E' dedicata ad una ragazza di Guantanamo, guantanamera, appunto

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