sabato 20 marzo 2010

(32) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato


CAPITOLO XXXII
Fiore aulentissimo oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
Viva Santa Rosalia

Con questo ho davvero finito. Ci sarebbe ancora tanto da dire e da mostrare di questa felicissima città e dei suoi non altrettanto felici abitanti, però, se permettete, qui mi fermo. Se ce ne sarà data occasione, si vedrà. Mi pare di avervi già detto del caso della monaca indemoniata che non aspetta altro che di essere raccontato. Con l’aria che tira di questi tempi, non è che mi faccia così tante illusioni, ma non si sa mai.
Allora, stiamo per partecipare al Festino della nostra santa Patrona, Rosalia. Dite che non c’entra niente con tutto quello che è successo prima? Abbiate fede, c’entra. Vi ricordate quando abbiamo incontrato per la prima volta quei personaggi senza volto? Lo so, sono rimasti tali e quali fino alla fine. Me ne volete fare una colpa? Comunque, in quell’occasione vi avevo detto che per tentare di capirci qualche cosa, si doveva pensare a quello che succede quando per caso ascoltiamo pezzi di conversazione sull’autobus o in un ristorante affollato.
Questa è una buona occasione, almeno secondo il sottoscritto, per mettere in pratica il consiglio che vi ho dato. Non ha funzionato per tutto il romanzo? Avete ragione. Ma tentare ancora una volta che vi costa? Ovviamente, non prometto niente. Ora spicciamoci che comincia il corteo.

Fiore aulentissimo oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
- A quando l’annuncio ufficiale?
- Che premura c’è? Abbiamo aspettato tanto, giorno più giorno meno…
- Quindi, è fatta?
- Avevi dubbi?
- Faciamo passare l’estate, poi vediamo. Loro, comunque, sono d’accordo su tutto. Se volessimo, si potrebbe firmare domani.
- Perché perderci tempo allora?
- Datti una calmata ti ho detto! Prima chiudiamo quello che c’è da chiudere e poi a settembre si quaglia. Cazzo un’anno passò!
- Lo vedi che pure tu…
- Come al solito, non capisci una minchia. Dimmi una cosa invece. Quartararo che fine fece?
- Come che fine fece? Niente sai di quel giuda? E’ stato lui ad inguaiare quel povero cristo di Martirano e, per poco, non inguiava pure noi!
- Non so niente. Per me la questione si era chiusa già prima dell’arresto di quel picciotto. Perciò che avrebbe fatto di tanto caino da farti incazzare così?
- Come che ha fatto? Si è messo a fare il pentito quello stronzo.
- Vero mi dici? E che nomi avrebbe fatto oltre quello di Martirano?
- Solo quello, ci mancherebbe. Non saremmo qui a festeggiare ora, non credi?
- Che babbasone che sei! A te quel povero vecchio di Quartararo non t’è mai potuto calare, negalo se puoi!
- Ti metti pure a difenderlo ora a quel giuda!
- La verità è che non mi stai mai a sentire. Che ti ho detto sempre? Che Quartararo pare fissa, ma fissa non c’è e fa sempre quello che deve fare. L’hai capito o no?
- Se lo dici tu, che ti devo dire? Comunque, era troppo anziano per continuare con quel lavoro. Fa il pensionato e non se la passa manco così male.
- Va bene e i lavori all’albergo li hanno cominciati?
- Sicuro, da due settimane. Lo sai che per prenderci i soldi dei POR dobbiamo finire al più tardi la prossima primavera.
- Peccato, però, era un cesso quell’albergo, ma faceva i belli piccioli con quella clientela. Magari, dobbiamo pensare a qualche altra soluzione, che ne pensi?
Diva cui diedero lor nome i fiori,
o Santa nobile, stirpe di re.
- Ma, mica è così cretino che si presenta stasera con l’aria che c’è?
- Chi dici?con tutto questo ammuino non si capisce niente. Ah, lui…Io, per me, l’ho avvisato, poi se la vede lui…
Fiore freschissimo, oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
E che camurria sti disoccupati! Una volta sono i senza casa, un’altra volta quelli della munnizza, mai che si possa stare in santa pace in questo schifo di città! Pure per la festa della santa patrona. La prima volta che mi capita di partecipare in veste ufficiale e vedi che bordello ti vanno a combinare questi sciamannati! Sì, sì ho capito, ora lo dico io al sindaco di non salire sul carro. Va bene, d’accordo.
Tu puro anelito dei nostri cuori,
tu faro vigile di nostra fe’
Azzo se sono imbranati! Anche per le fesserie mi devoro rompere le palle. Avesse avuto ragione la Antocci? Ma, no, magari pure io comincio a dire cretinate. Quella era un stronza e una troia, altro che. Sparì. Non si è fatta più ne’ vedere ne’ sentire, la pazza. Meglio così. Certo, ora è prefetto, la stronza. Ma, c’è da ridere, in culo al mondo l’hanno mandata! Si vede che i tanti piedi pestati alla fine hanno pagato. Voleva giocare con tutti come il gatto col topo. Che piacere! Che prio! Per me, però, l’aveva azzeccata la pulla. E non è che ci voleva tanto. Chi dovevano fare questore, Mimì Cardascio? Minchia, quello è proprio Pignatone, meglio cambiare strada.
Fiore aulentissimo oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
- Alla faccia del caldo che fa! Ogni anno è la stessa cosa, l’afa quella giusta comincia proprio per il festino. Ma, proprio a luglio, doveva fare ritrovare le sue ossa quella santa cristiana!
- Ti metti pure a bestemmiare ora? E per di più in mezzo alla gente che ci guarda. Smettila subito e sorridi, forza!
- Non sono loro quelli?
- Quelli chi?
- Come quelli chi?
- Ah quelli. Sì, certamente. Saluta pure tu.
- Quelli non mi sono mai piaciuti. Ah, intendimi bene, ognuno bada ai propri interessi. Loro hanno fatto il loro gioco e noi il nostro. Tutto perfettamente in regola. La verità è che in fondo in fondo sono un nostalgico e non mi rassegno a dovere per forza averci a che fare con tipi come loro.
- Il fine giustifica i mezzi, caro mio. E come tu sai col nostro Fine non c’è da babbiare..eh,eh,eh.
Tu che di gelida caverna in seno,
scolpivi il nobile patto d’amor,
- E dai a me del bestemmiatore per una battuta su una santa che manco si sa se è mai esistita davvero, mentre tu ti permetti…
- Rilassati, se no senti più caldo. A proposito, devi ricordarmi di quel trasferimento. Lo sai che dopo i festeggiamenti è sempre più malleabile.
- Ti riferisci a don Cimò? E’ proprio necessario?
- Certo e, se per una volta, usassi il cervello pure tu, capiresti che dopo staremo meglio tutti quanti, compreso lui.
- In effetti, al seminario non si è trovato bene e i seminaristi si lamentano. D’accordo, vedremo.
O Rosa fulgida che dolce olia/ o giglio candido spruzzato d’or
Si è girato la faccia, quello stronzo. Non ce l’ha il coraggio di guardarmi quel figlio di buttana. Cornuto e bastuniato, che figura di merda che ho fatto! Credere a quello? Solo un babbasone come me ci poteva cascare. Il bello guadagno per quella carognata del referto? solo questo peso sulla coscienza.
Tra cento ostacoli, concedi almeno,
che della grazia serbiamo il fior
- Dottore…Dottore Pignatone, che piacere! Le posso presentare mia cognata di Milano..
Fiore freschissimo, oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
E statevi fermi, per amor di Dio! Mi chiedo che ci portiamo a fare questi poveri picciriddi a cose di questo tipo e con il caldo che fa. Lui, però, la pensa diversamente. Bisogna recuperare le tradizioni. Fare vedere al popolo che tutta la chiesa partecipa alla festa della santa patrona. E chi può dire niente. Mi hanno detto che vorrebbero trasferirmi. Per certi versi la cosa non mi dispiace, per altri mi fa incavolare. Certo meglio tentare da qualche altra parte che restare qua a fare la chioccia a questi ragazzini che entrano in seminario solo per bisogno. Ma, si dice pure che il motivo starebbe nel fatto che faccio troppe domande.
Tu che sui culmini del Pellegrino
Sfogavi all’aure immenso ardor
- Don Cimò, Rosario mi ha sporcato la cotta
- Forza ragazzi, forza, guardate com’è bello il carro, forza che ora comincia il corteo.
O RosA fulgida che dolce olia/ o giglio candido spruzzato d’or
- Io niente ni saccio.
- Ma come niente, se pure stamattina te l’ho fatto leggere sul giornale.
- Io non mi ricordo
- Ah, com’è brutta a vicchiaia
Tu fa che il fervido foco divino
Avvampi ogni anima, bruci ogni cor.
- Poteva venire almeno per il Festino, Filippo! Il lavoro è lavoro, ci mancherebbe, ma quand’è troppo è troppo.
- Attenzione signora Virgilio, che sta passando il carro.
- L’ho visto, Lubjana, mica sono orba, i miei malanni ce li ho, il signore mi è testimonio, ma ci vedo ancora.
Tu che sollecita de la tua terra,
la tua malefica fugasti un dì,
- Accattacillo u torroncino u picciriddo, signò
- No, che ci ha lo stomaco delicato il bambino
- Ma, quando arriviamo?
- Ci manca poco, Anto. La sai quella del cavaliere che un giorno è partito per andare a liberare la principessa prigioniera?
- Com’è?
- Salutò a tutti, e si misi a camminare, e cammina, cammina, cammina…

O pia difendici da fame e guerra
D’ogni altro contagio che ci colpì

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS, BUUUMMSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS
- Ma che fanno? Già cominciano coi fuochi? Hanno premura quest’anno?
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSBUUUMMSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSTrackSSSSSS
- Cornuti, sono tutti cornuti
- Ragione c’ha il signore
Fiore aulentissimo oh Rosalia, accogli il palpito del nostro cuor!
- Cornuti, sono tutti cornuti…
- Chi gli ha insegnato l’educazione a lei?
- E le signore buttane
- E staviti zitti! Minchia, se uno un po’ stari tranquillo manco pu Fistinu!
- Ah, quant’è brutta a vicchiaia…

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSBUUUMMSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSTrackSSSSSSBUUUMMMMTRACKTRACKSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSBUUUMMSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSTrackSSSSSSFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFSSSSSSFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFINE

BUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM

fine

(A.Conte)

fine della 32^ e ultima puntata
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ogni rifermento a fatti realmente accaduti
o a persone realmente esistite o esistenti
è puramente casuale...

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