giovedì 23 ottobre 2014

Lucy, la prima donna


"Tutto è in continuo cambiamento. Non c’è nulla di duraturo"
Peter Cameron, da Andorra, 2014


Caro e indulgente Lettore,
Lampo ed io non ti racconteremo la trama: quella la trovi agevolmente su Internet o nei quotidiani
Non è quella che ci importa.
Amiamo la suggestione del messaggio e siamo drogati, come la maggior parte di Voi, dall'incosciente volere capire perché siamo arrivati alla sconfitta dell'intimità insostituibile del nostro 'IO': non più singoli IO omogenei, bensì un plurimo IO eterogeneo.
     A chi tra voi ha amato la regia di Luc Besson in Nikita o Juno diremo: scordatevelo. La società del controllo e della sicurezza degli uomini si è trasformata: in meglio o in peggio decidete voi, ma nella globalità della nuova umanità.
      Nella stesura del pezzo, per quella magica alchimia che è la fortuità degli accadimenti di esistenza nostra – e meno male!- , Lampo ed io ci siamo imbattuti in tale pittore di Pistoia, vivente, Max Loy, che, per ricordarci che le emozioni forse sono ancora singolari, sentenzia:
 “E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.
Questo è un mistero grande, l’unico.”
 
E già questo.. è interessante, speriamo Vi faccia riflettere.
Per un'analisi più approfondita del film, la telefonata di Lucy alla madre:
 "Mamma, sento tutto.  Lo spazio. La terra. Le vibrazioni. La gente. Riesco a percepire la gravità. Riesco a percepire la rotazione della terra. Il calore del mio corpo. Il sangue nelle mie vene. Riesco a percepire il mio cervello. Il profondo della mia memoria. Il dolore nella mia bocca. Ora capisco queste cose. Riesco a ricordare la sensazione della tua mano sulla fronte quando avevo la febbre. Ricordo di accarezzare il gatto, era così morbido. Ricordo il gusto. Il gusto del tuo latte nella mia bocca. Il sapore, il liquido caldo."
Lei è drogata, ma, se vogliamo penetrare il messaggio, sembra quasi che parli di noi/Voi.
 
  Un accenno al Tempo, il valore unico, come scopre Lucy, grazie ai suoi nuovi poteri. E la materia? Scorre un'auto sul fondo un paesaggio di campagna: accelerando  la velocità del passaggio dell'auto, l'auto scompare. Il nostro passaggio su questo pianeta? Passaggio invisibile. 
Metafora dell'esistenza   Metamorfosi dell'uomo Metafisica della morte.
        Viviamo il nostro tempo e non aggiungiamo nulla di singolarmente diverso da chi ci ha preceduto. Passaggio invisibile: collaboriamo tutti insieme alla distruzione del singolo IO per ottenere una personalità ed una conoscenza che da soli è impossibile.
         In termini di socialità, relazioni personali ed educazione intellettuale, essere geni e riuscire a trasformare il nostro tempo in qualcosa di utile per gli altri: chi inventa novità di utilità universale? Il computer, come entità sovrauniversale che ci avvolge tutti, buoni e cattivi, geni ed ignoranti, e tutti ci coinvolge nella nuova droga cerebrale che si chiama Sharing. Tutto è da condividere: la potenza è mostruosamente utile agli uomini, "un cervello usato al di sopra delle singole capacità di utilizzo di esso". 
 
      Pensate Lucy come una finestra aperta rivolta alla ricerca delle connessioni, non ovvie, tra passato e futuro: la donna diviene un’assenza, è materia principio computer albero radice. Perché, direte voi, una donna e non un uomo per spiegare questa invasione cerebrale? Bella domanda
La risposta, semplice e scientifica, secondo noi: Lucy è il risultato di ricerche ed era femmina. Avremmo preferito che fosse un maschio, ad esempio il maschio Alfa di una qualsiasi tribù preistorica. Ma è solo un nostro pensiero.
Per una riflessione su spazio e tempo; e persone. 
 
       La visione della città New York di 2 secoli prima, metafora di due dimensioni: l'architettura e l'uomo. E’ possibile ricomporre un’identità umana smarrita, corrosa da instabilità e assenza?
Architetture che nascono per racchiudere la vita, per non riuscire a contenerla.
La chiavetta-Lucy, scelta semplice ma illuminante: la traslazione del sapere, l’eredità ai posteri. Attraverso la relazione con il passato va costruita una forma per il futuro
      Le continue, imprevedibili, variazioni della condizione contemporanea, generano l’instabilità degli umani e la relazione instabile con passato e futuro: la moderna discontinuità lacera il presente. Droga cerebrale che inquina, rende egoisti, prevaricatori, asserviti alla società capitalista e al dio denaro. Lo Sharing è la salvezza dell'umanità!

         L’incontro Lucy–Lucy, in stile ET, il sogno–viaggio all’indietro nel tempo e nella formazione del pianeta Terra fino al Big Bang, l’interezza della conoscenza degli uomini in questo esatto momento sta nel cervello di Lucy: è il computer che fa da Sharing del totale sapere. 
 
     Il vuoto nella vita ha un equilibrio incerto:occorre riempire l’esistenza propria e di altri con significati, lavorando sull'emozione. Pena, l’incapacità di costruire o ricostruire il nostro tempo; e di tramandarne il senso.
Da non confondere con lo Sharing, di difficilissima, impossibile protezione, il senso di intimità si rivela il solo capace di risolvere un atto emozionale.

      "Il Passato non determina il Futuro. Puoi fare più di quello che pensi.
L’Amore non è mai uno spreco. Non smettere mai di imparare.
Cerca la Bellezza. Il Sonno e i Sogni ti purificano.
Rispetta la Sofferenza degli altri, ma non darle il Potere di distruggerti.
Abbi fede nella Natura. Nessuno sa fare tutto le cose che sai fare tu.
Rispetta la Forza e la Bellezza del tuo corpo. Trasforma la Bellezza in una Sfida.
Credi in ciò che ami. Fare del Bene ti rende più forte. Apriti all’amore degli altri.
Ricrea ogni giorno la tua Vita. Tutto è in continuo cambiamento. Non c’è nulla di duraturo"
Peter Cameron, da Andorra, 2014

"La bellezza della totale condivisione è la capacità del singolo di potersi alleare con chiunque per esaltare la tua emozione nel bene e nel male. Sconfiggere l'unicità freudiana dell'essere. In cambio si è coscienti del sapere universale che lo sharing può dare. Domanda: è meglio il sapere tutto o la salvaguardia delle proprie emozioni?"

Lampo e Oscuria



sabato 11 ottobre 2014

una bottiglia di rum da 130 euro!



Holly
Occhi menta e basilico, il biondo chignon raccolto con sapienza ammicca in cima al collo pelle di luna; le labbra pennellate con esattezza di rosso vermiglio, nel più puro Tiffany style
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L’Editore annaspa, ansima, infine con un rantolo di voce:” Io non ti ho mai vista….…perché?”
Domanda legittima, cui segue l’audacissima –manco iddu pare!- domanda:”Ci sposiamo?”
“Si vittero, s’amarono, si dissero:”Mio Bene, vuoi dividere le mie pene….”
Pene…?!?!
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Eros moderno, anziché frecce, Riverino adagia sul tavolo una bottiglia di rum, marca XXX, costo 130 euro
Il liquido scorre nelle gole, solleticando cuori e patti.Ignora il nostro cerchio amicale sbellicato di risa e generoso di battute, Holly fissa l’Editore: “Sentiamo, sentiamo” fa Holly.Menta e basilico rinfrescano la psiche dell’impavido, ormai lanciato. 
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 Senti questa storia. Mia nonna ….. Guglielmina ascolta!!! stai scrivendo? Mia nonna voleva farsi suora. Invece le imposero di sposarsi, in chiesa  Questo accadeva a Licata, nel 1800 circa. Quindici parti, cinque figli: lei costrinse i figli maschi a farsi preti, le femmine, perpetue.”
Proposta indecente a Holly?!?! Improbabile.
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Si addiviene all’accordo di matrimonio: lui va in chiesa, lei va in municipio per lei. Giorno e ora, per fortuna, coincidono. Inoltre, “Io sono ssssignorina”, puntualizza Holly
“Anch’io!!!”, contento l’Editore
Cos’ ti sistemi finalmente!” osa Jeanbalve
Ma tu farti un chiletto di c…. tuoi no?!?” graffia Holly
L’Editore è perplesso:Ce ne sono due di matrimoni, quello d’amore e quello di interesse. Matrimonio di interesse non è, d’amore neppure …quindi…..che matrimonio è?” 
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I beni.
La sposa porta in dote un’auto, non è chiaro se sia in affitto o in leasing, un lavoro, una casa, e …..il gatto, anzi la gatta, Sissi, di cui si dirà in seguito
L’Editore: auto cabrio nuova blu, e l’autista, di proprietà…!
Nooo, il tuo autista è la mia damigella, la Pesca. E ho anche la Rosa, e la Pervinca. Beni separati!!!!” esige Holly “Per quel giorno ti cerchi un altro autista, oppure vieni in autobus!”
E’ deciso: l’Editore giungerà in tram, ammesso che per il dì fatidico i lavori del tram siano ultimati

Il trattamento: Luogo: noto locale per raffinati ed esclusivi trattamenti, dove gli sposi siedono su troni disposti su una pedana che, come per magia! si solleva
Tronyiyiyiy !! esulta Holly, “non ci sono paragoniiiii!!!”
Gli invitati: look sportivo-casual, desidera l’Editore. “Sì, sì ” acconsente Holly
Taleeeeeee! Siamo d’ accordo!” felice l’Editore
Tranne il Pittore, costretto -prima ultima e unica volta nella vita- a indossare camicia  cravatta e pantaloni lunghi, come i maschi grandi
Regali di nozze:
Allo sposo: abbonamento del Palermo, curva nord
Alla sposa: abbonamento del Palermo, tribuna coperta centrale, e vipssssssss

Viaggio di nozze: Romantico, propone l’Editore: Parigi,
Noooo!- strilla Holly “La cosa più noiosaaaaa che ho letto nella mia vita è Valigia a volo d’uccello in “Notre Dame de Paris”, di Victor Hugo. Tu mi devi portare a Santo Domiiiingo, a Cubaaa mi devi portareeeeee!!!”
A Borgonuovo ti portassi!!” l’Editore, piccato
A Santo Domingo ci si va sole…..per i dominghi…..!” suggeriscono le tre damigelle, la Pervinca la Rosa e la Pesca
Voli separati, allora, ma anche giornate separate”, conclude tranquilla Holly

Resta, ahimè,  il gatto. Anzi la gatta
L’Editore è allergico e zoofobo
Traslocherà la povera Sissi in terrazzino....o altrimenti salverà vita e alloggio graffiando a morte l’Editore..?

Non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea a casa. Alberto Sordi


lunedì 6 ottobre 2014

Intervista con il Mito Ettore, di Troia


“…giochiamo con il cuore di colui che ci legge perché, se non sente nulla, allora ci avrà letto invano”
Herman Melville

Incontrai Ettore la prima volta da ragazzina.
L’Iliade non mi piacque affatto,  al contrario mi innamorai perdutamente dell’Odissea:
« Narrami, o musa, dell'eroe multiforme,  che tanto vagò,  dopo che distrusse la Rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori patì sul mare nell'animo suo, per riacquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni..….».
Da lì,  il mio istinto appassionato di avventura,  sfide, scoperte, sete e fame di conoscenza, si sarebbe dipanato in Salgari Verne Cervantes Kipling: mai sazio.
Ma questa è un’altra storia.
« Cantami, o Diva del Pelide Achille  l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi…….. »
Eppure …..qualcosa mi prendeva, vibrava nelle mie corde.
Una lunga scia di emozioni e di entusiasmo che la sera non placò, la notte fu incapace di quietare con il sonno.
Sinapsi si rincorrevano veloci, cavalli purosangue, liberando endorfine adrenalina energia vitale
Cosa mi esaltava? Il viaggio nel Tempo, nella Storia, l’intervista all’eroe, l’unico, à mon avis, al Mito: Ettore, di Troia
Ettore, in geometria, sarebbe il cerchio perfetto
La pelle abbronzata dal caldo sole del vicino oriente, occhi dolci e tristi, la piega della bocca all’ingiù di chi – spezzato troppo presto e con violenza- non ha goduto delle promesse della Vita
E’ bello, figlio di Re, ama riamato la moglie Andromaca, assapora la fresca gioia della paternità, vive in un luogo bellissimo, la costa turca.
Uomo di pace, armonia, la sua pietas anticipa Enea: è un figlio della Luce

Il suo contrappunto, Achille
Semidio, distruttivo,  furibondo,  vampiro anaffettivo, amante di sé solo: malgrado gli svariati sessualmente eterogenei accoppiamenti, resta un uomo solo
Non la vittoria in guerra, o l’onore degli Achei, o la gloria muovono la sua ossessione per Ettore e il bisogno di ucciderlo: pulsione primaria è la distruzione della gioia della bellezza della vita che sono in Ettore
“ Fa subito sparire ogni altra stella, così pare or men bella”
Francesco Petrarca ne “Il Canzoniere”

Achille desidera privarlo di tutto: per far ciò, deve privarlo della vita
E dunque:
“ Com’aquila che d’alto per le fosche Nubi a piombo sul campo si precipita A ghermir una lepre o un’agnelletta”
Canto XXII

Dio non guarda, non si accorge, forse distratto dal ben diverso duello tra Davide e Golia. La Storia non si ripete, questa volta
Nulla può l’uomo  contro il semidio: nei passi verso Achille, la morte è nella mente di Ettore, nei suoi occhi gli occhi amati  
“Ma non fia per questo Che da codardo io cada: periremo,Ma glorïosi, e alle future genti Qualche bel fatto porterà il mio nome”
Canto XXII

Nel suo cuore muore la paura,  e vive il coraggio
Ettore muore, e diviene immortale.
Amore è imperituro, eterno: si libera nel cielo azzurrissimo di Turchia, un giorno di ennemila anni fa
“Sciolta dal corpo Prese l’alma il suo vol verso l’abisso,Lamentando il suo fato ed il perduto
Fior della forte gioventude”.
Canto XXII

Ad Achille, il semidio mai nato, mai vivo, resta solo l’accanimento sulle spoglie mortali dell’eroe
E se fossero traslati nel nostro tempo, Ettore e Achille, moderni eroe e antieroe?
Omero consapevole o ignaro, o nella voce della coralità del popolo greco delle origini, la funzione del mito fu di insegnare e divenne fondamento della psicanalisi.

“Achille è l’archetipo del guerriero che da sempre abita la psiche dell’uomo. Nello stato psichico di accecamento dall’ira viene meno il controllo della coscienza, l’uomo entra in un contatto con la sua potenza, avverte di essere una cosa sola col suo scopo, crede di essere invincibile, di poter ottenere subito quello che vuole. La distanza dalla persona che scatena l’ira si azzera e l’altro/a viene vissuto come un ostacolo al dispiegarsi compiuto della collera. L’archetipo del guerriero è la divinità greca e latina di Ares (Marte), il dio della guerra, che per millenni si è impadronito della psiche dei maschi.
Achille sa che l’ira non è in suo potere, ma è lui che appartiene all’ira.
Se riconosciuta e rispettata, dentro di noi, l’ira può  trasformarsi in forza vitale, energia indispensabile per affrontare la vita che ci chiede un atteggiamento eroico.
Diversa è la condizione dei maschi oggi. Educati dalla società a rinunciare alla loro forza, uomini deboli mai iniziati ai misteri della vita dal padre, uomini “per bene”, non hanno un rapporto con l’Ombra e con gli dei che la abitano:  non reggono il dolore di una separazione, la tristezza della malattia e della vecchiaia, un insuccesso subito. Il loro Io troppo debole, se preda dell’ira, ne è sopraffatto.
L’uomo moderno non riconosce il guerriero che è in lui.
L’Io è sopraffatto, distrutto: ne consegue la deriva dell’identità maschile”.
Sulla violenza maschile. Paolo Ferliga

Tanti Achille incontriamo ogni giorno della nostra vita. Ettore? Pochi.

Il desiderio di Ettore, che desidero:
“Immagina, questa l’idea, di unirsi tutti in un luogo devastato dai conflitti e farne uno di visioni e di sogni”