sabato 31 marzo 2012

Palermo, dove per mangiare si paga poco (3)

3. Trattoria Trapani -piazza Giulio Cesare 16

Percorrete controsenso via Roma fino alla Stazione Centrale, invece di prendere il treno rivolgete il vostro sguardo a sinistra: Albergo Elena. Al piano terra di questo edificio,al numero civico 16 trovate la trattoria Trapani di Francesco Scaccia.

Entrando dalla piccola porticina in legno con tre vetrate ornate da rustiche tendine, vi sembrerà di essere finiti nella mensa dell'oratorio di S. Gennaro al Vomero. Due sale ampie con un arredamento essenziale, 50 posti a sedere in 11 tavoli distanti l'uno dall'altro, in modo da garantire la privacy dei commensali.
Appena seduti, ritornerete agli anni della vostra infanzia: ricordate le sedie della scuola elementare? Ecco, uguali.


E sui tavoli, il menù plastificato a difesa degli schizzi oleosi.
Vi consigliamo di iniziare con l'antipasto della casa, ricco e variegato: salame, formaggi, carciofini, funghetti e acciughe. Se risultate simpatici vi offriranno aggratis anche un piatto di panelle.
Tra i primi pasta alla bolognese, al pomodoro, con gamberi, con le vongole, alla boscaiola,al nero di seppia, con broccoli arriminati e la ospedaliera pastina in brodo.

Francesco tiene a sottolineare che la pasta è cucinata al momento. Ma prima di esultare per la bella notizia sappiate che sarete tutti costretti a mangiare, anche se con diversi condimenti, lo stesso tipo di pasta. Francesco fa una sola calata per ogni tavolo. Il più toco di voi (il capobranco) sceglierà per tutti. Poco importa se sarete costretti a mangiare linguine alla norma (?!).

Tra i secondi, fettine ai ferri, arrosto panato o alla palermitana (ossia panato con limone, aglio, spezie varie), filetto di pollo, involtini, agnello ai ferri, carne alla pizzaiola.
Tra i secondi di pesce, orata, sarago o pesce spada allagriglia , calamari fritti.


Da bere, oltre alla birra Kronenburg e soft drink (cocacola e aranciata), il menù vi propone la scelta tra vino sfuso rosso o bianco della cantina... Settesoli. Se scegli il bianco, non c'è problema. Ma se scegli il rosso e lo vuoi proprio rosso, azzicchi (perdi, rimani deluso). Qui si serve solo vino rosato.

Riguardo al dolce, al terzo tentativo abbiamo scoperto che il dessert, in questo tipo di locali, è cosa molto rara. La frutta fresca, invece, c'è.

Il prezzo di un pasto completo oscilla tra i 12 e i 18 euro, in contanti.

La famiglia Scaccia ha preso in gestione la trattoria nel 1965 mantenendo il nome datogli dal precedente oste ( finalmente uso questa parola). La conduzione è familiare , in cucina lavorano il fratello, la mamma e la nipote.
Il segreto del suo successo, afferma con orgoglio Francesco, è tutto nel suo motto: "poche ma spesso". Fare la spesa solo per il fabbisogno giornaliero. Questo significa che vi conviene arrivarci presto, altrimenti gli altri si fottono la spesa.

Il locale ha una clientela fissa autoctona, ma potrete incontrare spesso anche numerosi turisti, vista la vicinanza con la stazione. E Francesco esprime la sua soddisfazione tutta concentrata nella frase "Ai spic inglisc veri uell". Tra i personaggi famosi che hanno frequentato il locale, il grande Walter Chiari.

Il locale è aperto dal lunedì al sabato a pranzo dalle 12 alle 15, a cena dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 21,30. Giorno di chiusura domenica.

tel 091 61 61 642

Pippo Vinci, Laura Picone, Alberto Pioppo

7 commenti:

Stefano Picone ha detto...

Io ci vado quasi ogni giorno in quanto lavoro alla stazione. Si paga per antipasto, primo e acqua circa 10 euro ( senza secondo ) e il cibo non è proprio eccellente. Il proprietario, che serve ai tavoli, è sempre serio e difficilmente è di buon umore e nell'aria si respira tristezza e malinconia. Anche in cucina l'allegria non è di casa. Di buono c'è che non si sentono odori di frittura e altro. Per me, voto 5,5. Ciao. Stefano

Anonimo ha detto...

meglio da Fango'

Anonimo ha detto...

tengo a precisare che in queste recensioni (se avete notato) non c'è alcun giudizio sulla qualità del cibo. Noi vogliamo solo mettere in risalto e far conoscere le poche e ultime trattorie tipiche palermitane che stanno via via scomparendo. Di recente, per esempio, ha chiuso "Totò coca cola" alla fiera e non da molto "Musso pittato" di villa trabia andando un po' più indietro si riorda la chiusura della "trattoria del cocchiere" alla Magione. Ecco è questo il vero motivo della nostra iniziativa. Se, piutosto,conoscete altre trattorie di questo tipo segnalatecele alla email latrazzera@libero.it

pippo vinci

Anonimo ha detto...

comunque i vostri giudizi sono bene accetti e serviranno ai nostri lettori oer orientarsi meglio

pippo vinci

Anonimo ha detto...

queste trattorie sono molto caratteristiche ,se non addirittura pittoresche,ma converrai che la qualità del cibo ha una sua valenza.L'ideale sarebbe trovare entrambe le cose,tu hai qualche suggerimento?

Pippovinci ha detto...

Sono pienamente d'accordo, ma vedi, in queste trattorie la qualità del cibo è praticamente uguale. Il pesce è sempre surgelato, le pietanze sono quasi sempre le stesse e i cuochi hanno lunga esperienza di cucina casereccia alle spalle. Cucina sicura e senza sfizi. E quindi non ci sono pietanze particolari che caratterizzino l'una o l'altra trattoria. Quindi la percezione della qualità è assolutamente soggettiva e non ci sentiamo in grado di stilare questo tipo di gerarchie. Ribadisco che voi con i commenti potete sopperire, se volete, a questa lacuna, ma noi , nella nostra ricerca, cerchiamo altre ... emozioni, altre storie. Ecco a noi interessano le storie delle trattorie.
Grazie per la visita ed il suggerimento.

Pippovinci ha detto...

.. p.s. vi consiglio anche di leggere le ricette di Antonella Gullo pubblicate in questo blog. Vi accorgerete che sono ricette di cucina siciliana con annesse storie e aneddoti legati alla ricetta. Storie di famiglia, di ingredienti, di tradizioni e così via. Insomma non ricette ma "storicette"