Lo
Ish è ebraico Ish, uomo / Lo,
negazione,
La
traduzione qui proposta è: inumano
Moby
Dick. Personaggi
Il
Comandante. Achab
"Se
questo mondo fosse un piano infinito e navigando a oriente noi
potessimo sempre raggiungere nuove distanze e scoprire cose più
dolci e nuove di tutte, allora il viaggio conterrebbe una promessa.
Ma,
nell'inseguire quei lontani misteri di cui sogniamo, o nella caccia
tormentosa di quel fantasma demoniaco che prima o poi nuota dinanzi a
tutti i cuori umani, nella caccia di tali cose intorno a questo
globo, esse o ci conducono in vuoti labirinti o ci lasciano sommersi
a metà strada.
Possiamo
dubitare della conoscenza del mondo esterno, mentre non possiamo
dubitare della conoscenza di sé"
Achab
naviga curvo, quasi proteso verso le profondità marine, alla
ricerca del Mostro Bianco –perché poi bianco, che è
il colore della purezza??
Il
fantasma demoniaco nuota dinanzi a noi, conducendo i cuori umani a
vuoti labirinti, sommergendoli
E
dunque la balena altro non è che un pretesto per cercare e
combattere la parte oscura di sé?
E
ucciderla, se ne saremo capaci?
O
non sarebbe meglio, imparare a conoscerla e a saperla gestire?
O
piuttosto Achab cerca riparo nel Mostro, o ritorno alla
materia che di ogni cosa è principio e fine?
Procede
a zig zag, il comandante di Pequod – la nave cannibale che
si nutre delle carcasse dei suoi nemici- orientando direzione e rotta
di continuo, come chi non sa dove andare, se è giusto andare
là, o da un'altra parte, se c’è una ragione, e una
giustezza, per procedere verso quella, e nessun'altra, direzione. Il
passo incerto di chi arde dalla sete, alla ricerca dell'infelicità,
alla fiumara, o al pozzo secco, alla sorgente prosciugata, anelante
alla salvezza, oppure al suo contrario, alla pace della consapevole e
disincantata certezza che non vi è salvezza.
Mai
più. Per nessuno
Resta,
dunque, la ignorante miope stupida illusione di chi ancora crede,
cieco e muto e sordo
E
si dibatte, e combatte, per un incubo vano, che forse non esiste.
E’
dunque impossibile incontrare il lato oscuro di sé, e una
volta trovato, dominarlo?
Cercare
compattezza, un nuovo stato di coscienza dell’Io, armonia ed
equilibrio: non questo il destino di Achab e Ismaele e
Pequod
"Ha
l'uomo quattro cose | che non servono nel mare: | ancora, timone e
remi, | e paura di naufragare….
Vedere
la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la
malinconia e di regolare la circolazione"
La
paura di naufragare, perdere la ragione, luci che non più
emergono dalle tenebre dell’inconscio: la ragione, un’isola
piccolissima nell’oceano dell’irrazionale.
Immaginiamo
il suo mantello: una cotta di lana spessa, scolorita dai lunghi
giorni di sole e di vento, dall'umidità delle notti sulle
acque, la trama pesante conserva il ricordo, l’odore e il segno
annoso di stagioni e incontri e distacchi, di faticoso risalire le
onde quanto di rovinoso discenderne.
Tagli
difformi e irregolari nel tessuto, quasi brandelli di pelle
sopravvissuti alla lebbra del dolore di vivere, e ancora
miracolosamente attaccati, a proteggere la carne sottostante.
Lo
sguardo del comandante Achab non abbandona mai l’Orizzonte
Non
si accorge delle stelle, non sa della Luna
Eppure
è notte
Il
Secondo a bordo. Ismaele
"Call
me Ishmael”
Dalla
Bibbia, il figlio di Abramo e della schiava Agar.
Il
fratricidio, già accaduto nella storia biblica con Caino e
Abele, non si ripete una seconda volta: viene impedito dalla
coscienza di Ismaele.
Per
non uccidere il fratello Isacco, erede legittimo di Abramo, Ismaele
fuggiasco sceglie di addentrarsi nel deserto, dove si perde
condannando se stesso a vagabondare per la vita intera.
E
dunque:
"Chiamatemi
Ismaele" : "Chiamatemi esule, vagabondo"
Nel
vuoto di sabbia, nel luogo oscuro, il cuore si scotta, si ustiona,
l’anima è in fiamme : non vi sono perché, la frenesia
non conosce né la propria origine né la propria
direzione.
L’Ignoto
vince ogni diffidenza
Abbandonato
nell'oceano, Ismaele é ripescato solo molte ore dopo,
completamente impazzito.
“Una
strana profezia predice la fine sua e di Achab"
A
te lettore che, forse, attendi un giudizio:
“Comincio
a credere, che l'artista deve amare la vita e odiare l'arte; il
contrario di ciò che ho pensato finora”
3 commenti:
Ma che ti sei bevuta un litro di assenzio?
Il lato oscuro di se rimane oscuro per tutta la vita , ma paradossalmente è quello che guida le nostre mosse. Impossibile scoprirlo, impossibile combatterlo. Ci guida e ci domina.Solo chi ti sta accanto, solo chi ti ama può scrutarlo ed esserne complice per conoscerti e conquîstarti
Grazie "Sarda Bianca"!
Sono felice che tu abbia colto il senso profondo del pezzo, come é chiaro sin dalla scelta dello pseudonimo, ca va sans dire!
E significato e significante,nel brano, non sono affatto semplici, vuoi per la mia scrittura -da tanti definita "barocca" ed enigmatica, vuoi per l'imperscrutabilità e assoluta soggettività del'argomento trattato
Aggiungo che, mi piace pensare, il brano ti sia anche piaciuto
Ma questo, va detto, è un mio "vezzo di narratrice"
Ancora grazie tanto
Posta un commento