A Julij Zivàgo
Il était une fois
……Once upon a time….…C’era una volta.......
Una Regina bellissima
altissima biondissima che regnava sul Reame delle Case
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Il suo regno contava più
abitazioni che di cristiani: multicolori, ad uno o più piani,
antiche e nuove, in mattoni o pietre, tutte le case erano SUE!
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Un tristo giorno, però,
durante una svagante passeggiata sulla prediletta carrozza blu, la
Regina si accorse che ogni vicolo strada piazza muro parete
fontanella balata era sgarrupato sbrecciato tremoloso rovinoso; su
tutto olezzava un perduroso aroma di pipì: colpevole,
l’animale domestico che all’uomo si approccia e si accompagna,
dalla gallina alla papera dal cane al gatto al ratto.
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A ciò, marciume e
laidi rifiuti di svariata e indifferenziata provenienza si
addizionavano, cibo succulento di volatili infestanti e aggressivi:
non nuvole, piuttosto colombi e gabbiani scurivano in stormi il cielo
blu
La furia della buona
Regina rimbombò di pietra in pietra: comandò ai suoi
servitori di andare, con livelle righelle rolline ponteggi
impalcature gomme e matite e quant’altro servisse alla bisogna, e
SUBITO!, por fine a tanto scempio.
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“RIpulite, RImettete in
ordine, RIlavate, RIsbiancate, RIimbellite ogni cosa!!!” urlò
la gentile vocina, - “E che sia fatto subito, SUBITO!”
“Altrimenti..”, le
pupille lampeggianti, dai servitori proni e tremanti, si volsero ai
fidi imperturbabili bianco vestiti giustizieri della corona
“Tagliategli la TESTA!! Tagliategli la TESTA!! Tagliategli la
TESTA!!”
Corsero in strada gli
asserviti, e poste in un cantuccio scartoffie e documenti sin qui
maneggiati, in men che non si dica, si posero al duro travagghio.
Rosato maiale
andava in quei ameni
luoghi bighellonando
e di curioso deseo
cianciando
agli uni e agli altri
servi rivolge la parola
spizzicando pigro una
scarola
Essi turbati tacer
eran volenti
Ma del pingue suino le
domande son insistenti
Tant’è che
un di lor, il più ardito!
Narra il fatto,
tutto!, a menadito
Anche i maiali hanno un
cuore
L’alma gli si
ricolma in meraviglia
restossi taciturno
l’animale.
Indi a nessun salvo
freno egli s’appiglia
e diritto e fiero al
tron regale
profondo grasso e
grosso egli s’inchina
dinanzi alla gentil
edil Regina
toccando quasi il
roseo deretano
tappeto trono e tutto
l’ambaradan sovrano
E sicumer l’appella
“Orsù dunque
Sovrana mia più bella
non pote trattar la
vil ciurmaglia
in guisa quasi fosse
una canaglia!”
Silente l’osserva la
Carina
Ogni chil di mordiba
puntina
coscia ventre musso
ben pesato
Or l’immagina a
lungo nel vin frollato
Di un fil di bava si
lecca la boccuccia
Sgrana i cerulei
occhioni stride i denti ansima e pronuncia:
“TAGLIATEGLI LA
TESTA !!!! TAGLIATEGLI LA TESTA!!!! TAGLIATEGLI LA TESTA!!!!”
Residua poca carne al
pingue banchetto, così nomò lo ridente ghetto
4 commenti:
diciamo che.... non tutto mi è chiaro.
il tuo editore scemo!
La modestia è la virtù dei forti...o è la pazienza...???!!??
Grazie mio Editore preferito!
Sospetto sia uno speciale Carme Cesareo per Senza Speranza aiutati dallo Spirito Santo: un parto travagliato.
"Carme Cesareo", è vero: si tratta dei soliti solidamente sospetti stupidi sicuramente sognatori scioccamente speranzosi senza sosta vesssssssati.
Lo Spirito Santo aiuterà?
Non so
La Speranza, d'altra parte, è l'ultima Dea
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