lunedì 10 settembre 2012

2002, la prima volta Cuba (8)

7 gennaio 2002 – ottavo giorno
La Tico si sfascia
Pippo si alza per primo e decide di fare un giro da solo con la tico. Sembra di girare in un villaggio africano di quelli che fanno vedere a TV 7. Ci sono cavalli che tirano carretti con ruote enormi e pieni di cianfrusaglie apparentemente inutili; gente che carrìa cose da mangiare , bambini che corrono di qua e di la’, biciclette col volante, macchine scassate, tricicli con 6 ruote, E ogni cosa non ha simili nel resto del mondo. E’ un mondo di prototipi.Torno a casa più colto di prima. Umberto Eco certe cose non le sa.
Pino e Jolaise sono pronti e così andiamo a recuperare Nadia . Sono le dieci del mattino e c’è già Pappo in giro. Nadia dice che Pappo l’ha svegliata alle 8.00 con il caffè. Pappo è innamorato di Nadia.Siamo sul punto di andare via e comincia il carosello degli indirizzi. Quelli che poi non si utilizzeranno mai nella vita. Pappo è il più organizzato di tutti e da’ il suo indirizzo a tutti.Pippo lo da’ solo a chi glielo chiede. Nadia non lo da’ a nessuno.
Ma ecco una novità. Arriva l’amica di Jolaise. 28 anni, viso da sicula , pelle da sicula , cosce da cellulite e baffi...da sicula Decide che Pippo è il suo uomo a lo invita a tornare a Florida la stessa sera dopo avere mollato la compagnia. Pippo decide di assecondare la giovane. Le fa promesse da marinaio. Nella sua vita non c’è posto per lei.Comunque sia, alle dodici si riparte per tornare all’Havana di cui abbiamo già nostalgia..
Ma il viaggio sarà amaro. Prima buchiamo una ruota e visto che guida Pippo tutti se la prendono con lui che però ha le spalle larghe.. A 8 chilometri da Santa Clara la Tico si blocca completamente e non riparte più. Siamo nel dramma.Un ciclista che passa di la’ ci rassicura e ci dice che ci manderà un meccanico. Quando, non si sa.
Poi fermiamo una jeep e Jolaise e Pino se ne vanno in cerca di aiuto.Pippo e Nadia restano lì in mezzo alla campagna cubana circondati dalla natura e dagli avvoltoi. Che sono visibilmente affamati. Qui infatti a Cuba non buttano niente e nelle discariche c’è il vuoto assoluto e allora quando c’è qualcuno in difficoltà, gli avvoltoi aspettano che muore e se lo mangiano..
Finalmente arriva la macchina del soccorso con Pino e Jolaise. Ma anche questa macchina si ferma e la dobbiamo spingere. Però ci facciamo trainare lo stesso fino ad una stazione di servizio dove non hanno niente per sistemare una macchina. Hanno solo buona volontà e tanta simpatia. Ognuno dice la sua , ma nessuno indovina il guasto.Intanto, tragedia nella tragedia, Pino si sente male. Ha la febbre, trema e ha le visioni. Noi non lo vogliamo vedere soffrire e lo riempiamo di pillole con affetto. Ma lui, ingrato, peggiora e forse morirà per intossicazione da farmaci.
Nadia intanto trova il modo di divertirsi e fa un giro sul motorino di un giovane cubano che è venuto a rompere i coglioni.. Poi scesa dal motorino, balla il tango con Pippo che telefona a casa per informarsi cosa ha fatto il Milan con il Lecce (ha vinto 1 a 0). Il Palermo, invece, ha pareggiato 3 a 3.
Pino ci odia perché noi ci divertiamo e lui sta morendo tra le braccia di Jolaise in una pompa di benzina a Cuba. Passa una specie di carro bestiame, che in effetti è un autobus economico. Ci sono almeno 70 cubani stipati che ci invitano a salire eccitati dalla visione delle due donne. Per Pino ci sarebbe anche un lettino in cabina. E tutto alla modica somma di 1 dollaro a testa. Poi ci dicono che per arrivare all’Havana la tradotta impiega 6 ore (per fare 200 chilometri) e rinunciamo.
Verso le 11 di sera arriva un delinquente di Santa Clara che vuole 100 dollari per portarci a l’Havana con una Ford Sierra. Si chiama Ernesto e dice di essere autista di professione. I soldi non li prenderà lui ma il suo armatore. A lui andranno solo pochi spicci. Decidiamo di subire la truffa. Siamo costretti.Partiamo, ma dopo 30 minuti, ormai siamo in piena notte, prendiamo una buca, sbandiamo a 140 all’ora e atterriamo indenni, ma con la ruota bucata. Insomma, Pino dice che in qualche modo bisogna morire e lui questa notte sta provando due o tre di questi modi.. poi sceglie.
Mentre cambiamo la ruota, grazie alla torcia del prudente Pippo, dal buio spunta uno che vuole un passaggio. Ma non ha visto che siamo 5, con bagagli? Lo respingiamo con decisione. E lui se ne torna nel buio dove prepara il prossimo agguato-Arriviamo all’Havana verso l’una. Ernesto dice che torna subito a Santa Clara A noi fa un po’ di pena e gli diamo pure la mancia. Pippo e Nadia però sono ancora eccitati per la notte movimentata, non hanno sonno e decidono di non andare a dormire. Vanno allora al Parque Central per farsi un panino.
Ma all’Havana di notte non si è mai soli. Qui dormono solo i minchia e infatti facciamo diversi incontri: un fotografo con polaroid, il boss del Parque Central, un tizio con baffetti che fa parte dell’arredamento del locale,Tony con il pullover Lacoste. Il boss cerca di avvicinarsi a noi, ma viene subito fermato dalla polizia. In effetti non ci ha fatto nulla, ma loro lo conoscono meglio di noi e forse fanno bene a proteggerci da lui.
Noi però non siamo d’accordo e avremmo preferito il contatto con il boss. Ci poteva insegnare tante di quelle cose!Torniamo a casa da Miriam. E’ la nostra nuova padrona di casa. Ha la casa particular proprio di fronte a quella di Mercedes. Nella stanza da letto dormono già Pino e Jolaise. Anzi, Pino non dorme e dice ”chi caaazz sieet!?”. Delira. Forse non supererà la notte.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissima foto,bellissimo bambino....