domenica 8 maggio 2011

Pigafetta va ad Alicante (1): un capitalista dal volto umano



Sono qui per partecipare a delle regate veliche. In onore al mio pseudonimo, amo navigare. Per la prima volta ho viaggiato con una nota compagnia aerea “low cost”. Con la quale si fa tutto on line. Il primo rigo dell’ offerta, pubblicato sul web, propone un prezzo davvero interessante.


Decido di fare la prenotazione. Man mano che scorro le procedure per confermare il booking, mi accorgo che ad ogni passaggio il prezzo iniziale va lievitando. Tasse aeroportuali. Bagagli . Pagamento con credit card. Posto preassegnato. Di “low” rimane ben poco, ma a questo punto mi lancio nello spendere altri 15€ aggiuntivi per l’imbarco prioritario; crepi l’ avarizia, viaggero’ da signore! Ma attenzione: questo non mi esime dal rispetto delle rigorose procedure, e delle precise limitazioni, previste dalla compagnia.


Gli sgarri si sistemano solo pagando pronta cassa. Esempio: se fai la prenotazione e il pagamento on-line, ottenendo conferma, ma non stampi la tua carta d’ imbarco da presentare al check-in, l’ addetto ti dà un bigliettino e tu vai alla cassa e paghi 40€ di penale ( e’ successo a un bel po’ di gente davanti a me). Inoltre, Il tuo bagaglio a mano deve misurare tassativamente quanto un volume della Treccani, e pesare la meta’.


Non e’ ammesso portare nessuna altra borsetta, neanche la macchina fotografica a tracolla. Il bagaglio in stiva puo’ pesare invece ben 15 kg, perdinci! Tutto è regolato da un ponderoso documento scritto piccolo piccolo come una polizza assicurativa.


Confesso che, anche se mi sono sciroppato la polizza e mi sento preparato, una certa tensione da esame universitario(ricordi remotissimi) si impadronisce di me, man mano che la mia fila al check- in procede.


Calcolo che uno su tre torna dal banco con un bigliettino in mano e un’ imprecazione in bocca, sia pure nelle lingue piu’ disparate. Soprattutto bergamasco e calabrese .Passo davanti a un baldacchino con gabbietta, che serve a misurare dimensioni e peso del bagaglio di cabina. Sicuro di me, inserisco il mio trolley, all’ uopo acquistato( € 39), nella gabbia, che d’ ora in poi chiamero’ la Stronza.


Ma il sangue mi si gela: E’ più spesso della Stronza, e per 1 o 2 cm non ci entra! Provo a forzare con nonchalance, per non dare nell’ occhio, mentre mi sento aggredito da un senso di colpa. Non entra. E’ quasi il mio turno, sto gia’ sudando, non voglio essere punito… Do un colpo tale al trolley che si incastra a perfezione dentro la Stronza, che pero’ piomba a terra col suo traliccio pubblicitario di sostegno, fra un clangore di ferramenta.


Nonostante gli sguardi attoniti della folla, il mio primo istinto e’ di indicare a tutti che il mio bagaglio e’ a posto, mentre la security prontamente accorsa rimane incerta se aprire il fuoco: ma si vede che come attentatore non li ho convinti. Anzi, mi hanno aiutato a disincagliare il trolley, ma non e’ stato facile, la Stronza e’ un osso duro.


Supero indenne anche la prova bagaglio grande, e felice della mia impresa vorrei esultare come Miccoli al Barbera: ma qui non c’è la curva sud.


Rido al pensiero di tutte le paranoie che mi sono fatto e riacquisto fiducia in me stesso. Ma di li’ a poco mi accorgo che non sono paranoie, ma sintomi di una patologia sociale che colpisce i volatori low cost.


Alcuni passeggeri, infatti, nel corso dei 90 minuti di attesa causa ritardato arrivo dell’ aeromobile(diventati 110 all’ arrivo), mi riferiscono di incubi notturni a partire da una settimana prima del volo, e di costi aggiuntivi dovuti all’ acquisto di metri laser e bilance ad altissima precisione.


Uno tizio strano mi dice addirittura che una volta moglie e figli, stivato l’indispensabile per loro,gli hanno lasciato a disposizione 1760 grammi e pochi decimetri cubici. Ha ovviamente sforato e pagato multa da 30€. Da allora coltiva la scienza del bagaglio “low cost”, e, illustrandomi misteriose teorie geometrico-matematiche, si vanta di non aver mai più sgarrato, da venti voli a questa parte. Senza considerare”-dice un altro filosofeggiando– “le ore perse a ricombinare all’ infinito i propri effetti personali, nel mix bagaglio grande- bagaglio piccolo, per decidere cosa far rientrare e cosa sacrificare alle implacabili leggi del volume e del peso.-“Dopo interminabili selezioni si va nel pallone, e ci si trova al mare con i mocassini di vernice e un solo cambio maglietta per 15 giorni ”- afferma un altro, indosso al quale e’ difficile immaginare scarpe di vernice ( e magari si cambiasse maglietta ogni 15 giorni!).


Solidarizzo genericamente,innervosito dal ritardo, mentre il discorso dei forzati del low cost si sposta sulle strategie per raggiungere i posti migliori prima degli altri. Scopro che esistono personaggi mitologici che riescono sempre a occupare la prima fila, pur avendo speso 20 € in tutto.


La fila all’ imbarco e’ gia’ lunghissima. Sono li’ da un’ ora e mezza. Me la rido, i miei 15 € sono stati un ottimo investimento! Finalmente chiamano il volo. Mi aspetto di trovare una fila apposita per l’ imbarco prioritario, ma mi spiegano che non c’ è: devo scavalcare tutti e raggiungere la prima fila. Ma sarebbe come fendere una folla di talebani al grido di “ Viva la Madonna”!


Non ho il coraggio. La mia autostima precipita ai minimi, non posso essere cosi’ codardo!


Dopo breve iperventilazione, parto sventolando la carta d’ imbarco e urlando “Priorita’!”. La strategia sarebbe di darmi un contegno deciso ma non altero, e sembra funzionare: sia pure fra sguardi torvi e lampi d’ odio, avanzo indenne per 3/4 della fila, con la faccia da pirla di quello che in fondo solidarizza, pur essendo un privilegiato.



Ma anch’ io ho un cuore: arrivato dietro a una famigliola (genitori e 3 bambini tutti e 5 grassissimi), non me la sono sentita di scavalcarli (non ci sarei mai riuscito, la signora sembrava Tyson), e mi sono accodato: in fondo sono un capitalista dal volto umano.


...continua


il Pigafetta

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pigafetta ma perchè non mi sponsorizzi questa estate per la Palermo-Montecarlo, ho equipaggio competitivo con fratelli Bruni su barca armata dal Lauria. Ti piacerebbe partecipare alla regata?
Fammi sapere
Giogu