lunedì 1 settembre 2008

Il lavoro fa schifo


recensione di un Saggio di Cali Ressler e Jody Thompson
editrice Elliot -
prezzo € 16.50
Il lavoro non è un luogo fisico dove ci rechiamo ogni mattina, ma è ciò che facciamo. Sono le nostre idee, i nostri progetti.
Il lavoro non può essere la negazione della nostra vita. Questo libro esamina i motivi che rendono la maggior parte dei luoghi di lavoro poco funzionali e propone un metodo nuovo (e sorprendentemente efficace) per eliminare le false convinzioni che impediscono di sviluppare appieno le potenzialità del lavoratore.
In un ufficio rivoluzionato il dipendente è pagato per la quantità di lavoro che produce, non per la porzione di vita che regala. Questa semplice idea contribuisce a sviluppare un personale più stimolato, concentrato, disciplinato e, soprattutto, soddisfatto.
Ormai il concetto tradizionale di lavoro (36/40 ore settimanali, lunedì¬-venerdì, 9-17) è¨ superato. Vediamo persone inadeguate alle loro mansioni che vengono promosse solo perchè arrivano prima e si trattengono più a lungo di tutti gli altri alla loro postazione. Partecipiamo a lunghissime, e molto spesso inutili, riunioni dove sopportiamo colleghi che pongono domande insulse solo per sottolineare la loro presenza.
Viviamo nella cosiddetta Era dell’Informazione, della tecnologia che avvicina le persone, ma nella sostanza la natura del posto di lavoro, gli orari e la presenza obbligata dietro una scrivania non sono cambiati dall’Era Industriale, quando la catena di montaggio esigeva la presenza fisica dell’operaio.
Non è¨ necessario che lavoratori e aziende stravolgano la propria natura per attuare questa rivoluzione: basta cambiare modo di lavorare.
(recensione tratta dal sito Qlibri)

***

In breve il libro espone i risultati di un esperimento realizzato in alcni ambienti di lavoro (pubblci e privati) negli USA. Le ricercatrici hanno introdotto il lavoro senza obblighi di orario. Ad ognuno viene dato un incarico e il lavoratore può svolgerlo dove e negli orari a lui più graditi , rispettando comunque i tempi di consegna. Nessun obbligo di presenza , nessuno badge, nessuna firma, nessun controllo sulla presenza. Risultato? La produttività è aumentata ovunque si sia realizzato questo esperimento!

pippo vinci

3 commenti:

Anonimo ha detto...

... e cambiare colleghi... soprattutto se "stronze"!!!

Anonimo ha detto...

Storicamente il lavoro svolto e pagato solo in relazione al compito affidato e svolto, a prescindere dall'orario di lavoro, aveva portato al cottimo ed allo sfruttamento della forza lavoro.Se dobbiamo ripensare l'organizzazione del lavoro, non dobbiamo dimenticare le conquiste del movimento dei lavoratori in termini di orario quotidiano di lavoro e obbligatorietà del riposo settimanale
Valeria

Anonimo ha detto...

E' vero quello che dice Valeria, ma l'applicazione esagerata di qualsiasi cosa è di per se un danno.
Il cibo fa bene, se troppo fa male; la pioggia è vita se troppa è morte; i diritti sindacali sono garanzia dei lavoratori i privilegi dei sindacalisti sono una vergogna. Quindi prendiamo le cose nelle giuste dosi. E' male il cottimo esasperato; è male il lavoro scandito e misurato solo dal tempo. E allora ragioniamo e troviamo una soluzione. In questo momento , in Italia, si ritiene che ogni cosa possa essere sistemata con un colpo di genio, una "idea". No! tutto va ponderato , studiato, collaudato e, se necessario, archiviato.

Amedeo Contino