Mi appiattisco e mi svuoto: sono figlio bianco
E le parole scrivono sé stesse
Non c’é nulla di mio. Eppure é tutto dentro di me
Estratti da “Donne che corrono con i lupi”
“Lontano, a nord, i lupi raggiungevano le radure nel chiarore lunare, si
impennavano e pregavano. Potevamo tutti abbeverarci alle stesse fonti, senza paura.
Alle sedie e ai tavoli preferivo la terra, gli alberi e le caverne: là
sentivo di potermi appoggiare alla guancia di Dio.
Ho avuto la fortuna di crescere nella Natura.
Dai fulmini seppi della subitaneità della morte e della evanescenza
della vita. Una lupa uccise un suo cucciolo ferito a morte: insegnò la
compassione dura, e la necessità di permettere alla morte di andare al morente.
Dal solletico dei bruchi sul braccio imparai come la pelle può risvegliarsi e
sentirsi viva. Arrampicandomi sulla cima degli alberi appresi come un giorno
avrebbe potuto essere il sesso. Non ho dimenticato il canto di quei giorni:
fame dell’anima, gioioso “ cante hondo” canto profondo, parole che tornano a noi
quando facciamo opera di rivendicazione con l’anima.
..
..
I grandi poteri mettono alla prova gli esseri umani per appurare se
hanno già imparato a riconoscere la grandezza dell’anima in tutte le sue
mutevoli forme: lo sposalizio con il selvaggio, la speranza per il futuro,
l’energia che scorre, la passione creativa,
la piuma sul respiro di Dio.
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Il sentiero, le tracce che seguiamo, il Sé innato e selvaggio. Ci
lanciamo nella foresta e corriamo forte, gli occhi che scrutano il terreno, le
orecchie tese, cercando…Lupi e donne sono affini per natura, curiosi di sapere,
possiedono grande forza e resistenza, sensibilità acuta spirito giocoso, grande
devozione. Bersagli di coloro che vogliono ripulire i territori selvaggi e i
luoghi selvaggi della psiche, sanno per istinto ciò che deve vivere e ciò che
deve morire, quando allontanarsi e quando restare. La Donna Selvaggia.
Lei alleata guida modello maestra, non vedremo con due soli occhi ma con gli occhi dell’intuito, che é occhiuto. Siamo notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi. La natura selvaggia incita gli esseri umani a restare multilingue: spediti nei linguaggi dei sogni, della passione, della poesia. Ha l’odore del buon fango umido, è la zampa posteriore della volpe. E’ la voce che dice: “da questa parte”, è la mente che ci pensa: noi siamo i pensieri che Lei pensa.
Vive nella lacrima e nell’oceano. E’ dal futuro e dall’inizio dei tempi. Sta nel presente, dietro di noi, e davanti a noi, per il cammino. E’ nel futuro e torna indietro nel tempo per trovarci ora. Vive nel luogo in cui si fa il linguaggio. Vive di poesia e percussione e canto, di quarti di tono e note di passaggio, in una cantata, nei blues. E’ l’attimo che precede l’ispirazione che ci abbaglia. Vive in un luogo lontano che si apre un varco verso il nostro mondo.
Lei alleata guida modello maestra, non vedremo con due soli occhi ma con gli occhi dell’intuito, che é occhiuto. Siamo notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi. La natura selvaggia incita gli esseri umani a restare multilingue: spediti nei linguaggi dei sogni, della passione, della poesia. Ha l’odore del buon fango umido, è la zampa posteriore della volpe. E’ la voce che dice: “da questa parte”, è la mente che ci pensa: noi siamo i pensieri che Lei pensa.
Vive nella lacrima e nell’oceano. E’ dal futuro e dall’inizio dei tempi. Sta nel presente, dietro di noi, e davanti a noi, per il cammino. E’ nel futuro e torna indietro nel tempo per trovarci ora. Vive nel luogo in cui si fa il linguaggio. Vive di poesia e percussione e canto, di quarti di tono e note di passaggio, in una cantata, nei blues. E’ l’attimo che precede l’ispirazione che ci abbaglia. Vive in un luogo lontano che si apre un varco verso il nostro mondo.
E la voce selvaggia dentro, nel
profondo, sussurra
Resta qui abbastanza a lungo....resta qui abbastanza a lungo da far
rinascere la speranza, da far cadere il tuo gelo terminale, da abbandonare le
mezze verità e avanzare lentamente e
intagliare e conquistare un passaggio, resta abbastanza a lungo per
diventare forte, tentare la prova che funzionerà, resta qui abbastanza a lungo
da arrivare alla finitura, non importa in quanto tempo e con quale stile………..”
Dopo la guerra, quello che ci
resta da vivere non può essere che dolce, molto dolce