Virgil
Oldmann è un “umanopuzzle” omogeneo
Autentico
modello di modernità, fobico, disgregato, mancante, alienato,
afflitto da svariate paure e malattie conseguenti.
In lui, la
fobia non cambia di segno per convertirsi in coscienza di una
ricerca, dono e spinta ad aprire altre porte, tensione da cui
discenderebbe apprensione ma anche fiducia.
Né coraggio
né tolleranza né fede: solo, rifiuto delsi dipana nei secoli. “diverso”
Per Virgil
Oldmann nessuna ricerca o curiosità o piacere sta oltre
l’orizzonte artistico: la vita sociale é un termine inarticolabile
L’ offerta
del mondo conoscibile, messa a disposizione, perdura inaccettata.
L’
impossibilità di parametri condivisi, la forte esigenza di
soggettivismo impera e, scena dopo scena, si rivela e si chiarisce
dalla collezione di guanti sempre indossati, al servizio di piatti e
bicchieri personali utilizzati al ristorante, dall’assenza di
presenze umane nell’immensa casa museo, alla stanza segreta
pinacoteca di ritratti femminili dei più prestigiosi pittori di
ogni tempo.
Tantissime
tele, tutte le donne amate dal protagonista
Se la
relazione si sostiene sul sentire e sul sentimento, se l’altro é
parte di un arco temporale che lo contiene e gli dà senso, il tempo
dell’amore per Virgil si dipana nei secoli.
A volte,
però, ciò che abbiamo dentro chiede e ha bisogno di diventare
autentico: cogliere l’attimo, ma cogliere anche la storia di cui
quell’attimo è un frammento.
Accade
dunque che Virgil si innamori, di una donna che è il suo
fronte/retro, l’immagine specchio, particolare e atavica ricerca
identitaria.
Il recupero
non poteva essere né rinviato o limitato: apparteniamo ad un
mondo/modo più grande, apparteniamo all’altro, siamo
l’altro
La
riscoperta di un’identità unica e chiara deve ricomporsi con
l’identità dell’altro: l’unica l’ultima chance di risveglio
dal letargo in cui versiamo, per tornare alla vita reale.
All’iniziale
perdita di orientamento, alla messa in crisi segue la coscienza
dell’occasione di vita.
Il corto
circuito emozionale, ancorché esistenziale, richiede memoria attinta
al bagaglio artistico, e audacia
L’uomo è
tale solo a partire da ciò che é.
Bellissima
una delle ultime scene, in cui Virgil ruota su stesso, in forma di
proposta rilettura del moderno Uomo Vitruviano
La nostra
espandibilità é la ricostituzione di fili tessuti nel passato e che
adesso chiedono di essere tessuti a mano
4 commenti:
"La Migliore Offerta” di Giuseppe Tornatore"
1 commento - Mostra post originale
1 – 1 di 1
Anonimo Anonimo ha detto...
cara Oscuria, la tua è una bella ed interessante analisi psicologica del personaggio, ma del film non ci hai detto nulla. Solo chi lo ha visto può capire , apprezzare o condividere la tua "recensione". NUlla sulla trama, nulla sulla regia, nulla sulla interpretazione degli attori, sul ritmo narrativo, sulla ambientazione, sulla sceneggiatura, sulla scenografia, sulla colonna sonora ecc ecc. Insomma che recensione è? Potrebbe anche trattarsi della recensione ad un romanzo, un libro, un racconto. Cosa fa capire che hai visto un film?
Ma questo è il tuo stile ed io lo rispetto.
bacioni
Tipperary
è un film che parla d'arte, d'amore,d'inganno,di tradimento,di sconfitta,di tragedia. E' un bel film dove il personaggio di virgil è ben raccontato da oscuria.
Sono d'accordo con Tipperary, ottima analisi del personaggio ma se non avessi visto il film, riamato Tornatore non solo per l'abilità a distrarmi fino ad una fine scontata, goduto delle musica di Morricone, dell'interpretazione suberba di Geoffrey Rush, un thriller senza sangue dove la curiosità diventa ossessiva, dove il protagonista declama che l'ammirazione che nutre per le donne è pari al timore che ha sempre nutrito per loro e che in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico...... beh forse leggendo questa recenzione non mi sarei fatta condizionare dall'amore verso il regista del mio film preferioto... Nuovo cinema paradiso......non sarei stata incentivata a vederlo.... comunque grazie Oscuria...
e.mereghetti
"..in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico"...
Oppure:ogni autenticità cela sempre qualcosa di falso. Una rilettura possibile, e interessante.
Ancora:andare contro la propria natura conduce inevitabilmente alla follia (la fine di Virgil)
Oppure,la scena del pub a Praga, dove Virgil attende la donna amata:gli innumerevoli orologi segnano un tempo senza tempo, diluito fino a divenire negato.
In ogni caso, sono contenta che il pezzo,così come ho voluto raccontarlo, vi sia piaciuto.
Grazie
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