La culona con la radio
Oggi si va al mare. Così alle 8 e 10
Pippo si alza e, come sempre, da’ la sveglia. Pippo nei viaggi che fa deve
sempre fare da sveglia. Perché i compagni che si sceglie sono tutti
dormiglioni. E poi si lamentano pure. Alle 9 e 30 passa Russel, il nostro autista-guida.
Ha una BMW vecchia e argentata. Ci porta alla Playa dell’Oeste.
Imbocchiamo quindi la autopista per Varadero. Ci accorgiamo che questa
autopista è nuova e priva di buche. E capiamo perché. E’ la autostrada più
battuta dai turisti coglioni che così pensano che tutta Cuba abbia strade così. Ma
noi sappiamo che non è vero.
Russel ha paura della polizia e così ci insegna la parte che dobbiamo
recitare in caso di malaugurato incontro. Noi tutti saremmo amici di lunga
data. Infatti, ci dice che qui è vietato fare da taxi se non si è tacsisti. Noi
gli diciamo che in tutto il mondo è così e lui dice che non è vero e che li è
così perché c’è il regime. Io penso che il signor Castro dovrebbe fare uscire
un po’ di cubani per fargli capire come stanno le cose veramente.
Las playas dell’oeste sono a pochi chilometri dall’Habana ed hanno vari
nomi. Noi andremo a S. Maria del Mar che è la più famosa e la più bella.
Russel in effetti ci porta in un posto di merda tipo
bagni Virzì38 anni ottanta. Ma cosa crede che
siamo minchie? Lo cazziamo per bene e scegliamo noi la spiaggia.
Si chiama Obisco (più o meno). E’ un posto
magico! Sabbia e mare limpidi, palme dappertutto e pochissima gente.
Ma perché la bestia ci ha portato in quel posto maledetto e cacato?
Forse ci voleva derubare. Non lo scopriremo mai. Intanto , però, ha le corna
calate ed ha capito che noi non ci facciamo imbrogliare in questo modo. Magari
in un altro modo si, ma così, no!
Russel comunque resta con noi e mi chiede se io e Nadia siamo fidanzati.
Qui a Cuba sono tutti fissati. Si avvicina un poliziotto e parla con Russel.
Russel ci riferisce che il poliziotto lo ha nominato nostro protettore. Ma a
lui che minchia gliene fotte?
Accanto a noi una culona (Sonia) con la radio a tutto volume. Ci chiede
se ci piace quella musica. Nadia risponde che la musica ci piace, ma il volume
è troppo alto. Ma ormai il ghiaccio è rotto e la culona ci racconta la sua
vita. Dice di essere cubana , e di avere sposato un messicano. Russel dice che
è una troia. Russel è fissato.
Torniamo in città. Ma prima di andare a casa decidiamo di passare dal
mercato a comprare la frutta. Al solito
suo Russel ci porta nel più lurido quartiere dell’Habana. Pieno di mosche ,
detriti e desolazione. Poi in un mercato fetente. Mi chiedo se non esista,
all’Habana, un posto umano dove comprare un po’ di frutta di cui i Caraibi sono
ricchi. Per caso ne incontriamo uno. Ci fermiamo. E’ un fruttivendolo
splendido: variopinto, pulito ed economico. Ma Russel chi è?
Perché vuole fornirci una visione deprimente di Cuba? Che sia un
anticastrista? O è solo un cretino? Per noi è solo un cretino.
Tornando a casa passiamo dal museo de la Revolution.
Ma è tardi e così rinviamo la visita. Ci
limitiamo a vedere dall’esterno il Granma ossia il battello con il quale Fidel
è sbarcato a Cuba per dare inizio alla stagione rivoluzionaria.
Quella prima missione fu un disastro, ma comunque diede il via alla
rivoluzione.
La sera decidiamo di andare in discoteca.
Ci accompagna la cameriera di Mercedes. Il posto si chiama “1860”. E’ sul mare ed è
bellissimo.
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