martedì 23 novembre 2010

Minestra di riso con borragine e ricotta


La minestra di riso con borragine e ricotta è un piatto molto gustoso e leggero, ottimo per chi vuole mangiare salutare e con gusto.In casa mia di piatti salutari se ne cucinano pochi, perché i vegliardi non intendono rinunciare al gusto e ai piaceri della tavola, soprattutto mia madre che pretende sempre ingredienti freschissimi e rigorosamente nustrali.Ma la minestra di riso chi vurrani è tutta n’avutra storia.

Sabato scorso, sono stata a comprare un po’ di carne bbona e sincera a Balata di Baida, a che mi trovavo da quelle parti avrei dovuto comprare anche l’ottima ricotta di pecora che di solito troviamo dallo stesso macellaio, ma purtroppo, non avendola prenotata per tempo, non ne aveva.

Tornando a casa mia madre pi risia un chiancìa, la delusione, per lei, era tale ca mi parsi piatusa:– non ti preoccupare mamma, domani vado a comprarla al mercato contadino …

manco il tempo di finire che secca e decisa arrispunnia: NO!

Un NO che non ammetteva repliche: - e cu avia a parrari chiù? Chi sacciu siddu a ricotta chi vinnunu o mercato contadino è addizionata di uranio impoverito, megghiu un pipitiari chiù!

E comu l’aviamu a fari a minestra se non si trovava la ricotta ddi chidda giusta? Accorata e silenziosa vagavo coi pensieri cercando un lume che ci desse una speranza! Niente, dovevamo rinunciare alla nostra minestra di riso.

Improvvisamente, il lume arrivò attraverso mio padre, chi ci dicìa a me matri che a ricotta di vacca, quannu è “sincera” è puru bona- e un sacciu un sacciu siddu è chiù bbona! Dico io, confortata da tanta saggezza – Bene!domani la vado a prendere a Sagana

E mia madre, per fortuna mia: - veru è! Ddu cristianu cogghi a ricotta a menziornu, dumani vacci! (Per mia madre i cristiani non hanno nome su tutti ddu cristianu si sunnu masculi, dda cristiana si sunnu fimmini).

E così, domenica minni ivu a Sagana sola soletta per andare a comprare la ricotta di mucca, che per me è più buona di quella di pecora perché la trovo meno tanfusa.

Arrivata a Sagana, ni ddu cristianu, c’erano solo mucche e vitellini nati da pochissimi giorni, e nessuna traccia umana, fiduciosa che, comunque, qualcuno sarebbe arrivato mi intrattenevo con i vitellini: chi ssu dduci! Se potessi me ne porterei uno a casa!

Chissà, magari, un giorno lo farò, potrò sempre dire che mi ha seguito: _ “cheffà”lo teniamo? Vorrei vedere la faccia di mia madre…e intanto arrivava il “vaccaro”, probabilmente Rumeno: - Signiuora che cuosa stai ciercando?Io volere ricuotta fresca tu ne avere?

Quando mi relaziono con uno straniero mi viene del tutto naturale parlare la sua stessa lingua…- cierto signiuora ma tu pagare ricuotta a Signiuore di mucca, quella di fruonte è sua casa, tu andare da questa struada poi fai prima truaversa a sinistra e tu arrivata da signiuore di mucca.Ddu cristianu, tempu ca tu cuntu, canciau nnomi ora si chiamava Signiuore di mucca.
Arrivata a casa di Signiuore di mucca, mi cci detti a canusciri, resosi conto di chi fossi cominciò a scodinzolare come un canuzzu, non che io abbia meriti particolari ma il solo fatto di essere la figlia di Pippinu Uddu, cristianu bravu e stimatu, mi da credito, specie negli ambienti contadini monrealesi, mancu si fussi a figghia di Berlusconi!
E così il signiuore di mucca, mi fece accomodare in casa perché doveva a tutti i costi offrirmi na cusuzza duci, ma prima di invitarmi ad entrare mi rassicurava del fatto che in casa c’era sua moglie, la signiuora di mucca, parabola significa tarantola abballarina: la mia onestà di picciuttedda schetta era salva.
Trasennu ‘ncasa, la signiuora di mucca m’afferrò e m’impiccicò na vasata a destra e na vasata a sinistra mi fici assittari propriu in facci a idda, a tipu comu siddu eravamo ‘ncapu un trenu, chi mi tagliava cu l’occhi spatiddati, appena m’assittavu il canuzzo di casa, uno yorkshire troppu sapuritu, mi saltò sulle ginocchia chi vulia fattu u preu e intanto il signiuore di mucca, si prodigava a riempire il tavolo di taralli, tetù, frutti di martorana, cioccolatini: - manciassi signorì!
In considerazione del fatto che sono a dieta, cercavo di individuare qualcosa di poco dannoso e mentre prendevo un biscottino nico nico, la signora mi metteva in mano un cioccolatino, e il cane continuava ad alitarmi nta facci insomma, ero accerchiata senza via di fuga. Mentre addentavo quel dolcetto a detti stretti, lui mi chiedeva, di me patri, me matri, me soru a granni, me soru a menzana, me zia, me ziu, me cucina, a me vicina di casa, quando…la domanda fatidica che capita sempre tra cozzu e cuddaru … - ma siti tri soru schetti?
Alla mia risposta affermativa la signiura di mucca, uscendo dal suo letargo: bbonu signorì accussì avi menu pinseri, ma mi dicissi na cosa, si cci attrova bbona schetta?
Domanda che non m’aspettavo, chi mi fici affucari cu du viscutteddu chi stava lippiannu, a ddu puntu un sapia chiù comu scappari.
Gravunchiu ‘ncapu a vaddera: ma la Signorina è ancora giovane, Signorì mia cugina si è sposata a sessanta anni, dico SESSANTANNI, con un vedovo padre di due figli, ma bravo signorì, bravissimo, la porta sempre a ballari e a manciarisi a pizza ffora….
Mizza!! Questa si che è una bella notizia cosa di fari savuta nall’aria!
A poco a poco acquisivo la consapevolezza che sarebbe stato difficile accomiatarsi, ogni mio tentativo era quasi invano, stavo quasi per dire che dovevo andare che il signiuore mi suggeriva di bere un bicchierino – no grazie sono astemia, mancu u tempu di sciatare che la signiuora incalzava – un whisky signorì? – NO! Sono astemia! Il marito: ma quali vuischie pigghia na cosa dduci, chi sacciu un rosolio, un limoncello na marsala!
Oh matri mia, come dovevo fare capire a questi due che non bevo, e cosa dovevo fare pi scappari a gambe levate. finalmente riuscii a trovare la chiave giusta per andarmene facendo leva sui buoni sentimenti dei due, così apprendendo che i miei genitori erano soli in casa mi dissequestrarono…
Quanto alla ricotta, non se la fecero pagare, anzi me ne regalarono un altro canestro ed io tornai a casa arricchita di due fascedde di ricuotta e consapevole che a “sessantanni” potrei sposare un brav’uomo vedovo che mi porta a ballare e a mangiare la pizza in pizzeria.
La ricetta per 4 persone
300 g di riso
Un bel mazzo di borragine raccolta a pieno campo
300 g circa di ricotta freschissima
Olio q.b.
Sale q.b
Fare bollire l’acqua aggiungere il sale e calare la verdura, appena la verdura scamuscisci n’anticchia calare il riso e portare a cottura. Appena cotto spegnere e aggiungere un po’ di olio, la ricotta e servire in tavola, chi vuole può aggiungere un po’ di parmigiano grattugiato.
Nel mio riso per farlo dietetico ho messo meno ricotta e niente olio, garantisco che è venuto altrettanto buono!

antonella gullo

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