Fumoso buio stretto l’antro dei soliti
compari che, sera per sera, affollano il locale.
Iraniano o italiano che sia,
legni scuri e samovar e arazzi e scacciapensieri di ogni dove nel mondo, tutti
insieme accompagnano le goliardiche serate degli allegri compari…di Windsor…?
O passaparola silenzioso o trasmissione via etere o through the net o messaggio subliminale, ma anche no!, ci si incontra
nell’ameno/amato Mon Anoor.
Si intrecciano parole, si
scambiano gesti, si mescolano esperienze, si raccontano aneddoti. E
barzellette, perché no?
La valenza non è dire per insegnare: é piuttosto esserci, e comunicarsi, con
grande rilassatezza.
E’ questo il tempo in cui il bar
sotto casa o il cortile del palazzo o il comun muretto hanno trovato definitiva
e impietosa sepoltura – allo scorrere e procedere della storia nulla può
opporre la volontà dell’uomo, né alcun antidoto escogitare: solo, resta la
passiva accettazione, e una volontà d’intenti che si stempera e sbiadisce nel
fluire del tempo
Mon Anoor é sopravvissuto ai
cambiamenti di mode e atteggiamenti del sentire: probabilmente un po’ demodé se
interfacciato ai sempreverdi vecchi oltre ai nuovi sempre proliferanti locali e pub e wine bar modaioli, di certo più affollati dai tanti che condividono
l’umore del mostrarsi e dell’esserci. Oltre, ca va sans dire, alla
pulsione dell’incontrare.
Valutazioni statistiche alla
mano, non vi sono incontri possibili, né si ravvisa l’opportunità prossima
ventura che ve ne siano
Da Mon Anoor si va e si resta con
chi si va
Eccezion fatta per gli altre
dieci/venti usuali partecipanti al festino, via via divenuti noti e amicali
compagni di serate.
Questo l’intento, e la spinta degli
allegri compari: quasi non vi fosse alcun faticoso spostamento, e si restasse
nel salotto di casa propria, solo un po’ più affollato
Come portarsi dietro il proprio
spazio, restando avvolti dentro di esso,
e tutto ciò che ci occorre
Variabile impazzita, o mina
vagante improbabile, a volte uno o più stranieri si profilano al bancone in
legno scuro con sgabelli alti e sottili (scomodissimi, specie per chi indossa
una gonna stretta…)
A volte restano, venendo
inglobati nella cerchia dei soliti compari Altre volte si perdono nel buio
della sera, per non fare mai più ritorno.
Che fine abbiano fatto, resta per
sempre un mistero. Che nessuno intende svelare
Chiacchiera distratta, la domanda
a volte é posta all’oste: questi, imperturbabile nella sua sempiterna camicia
nera (o anche bianca) inverno o estate sempre sbottonata fino all’ombelico a
mostrare orgogliosa il catenone d’oro da cui pende la croce che nemmeno il
Corcovado…!!, infradito, anche quelle, per tutte le stagioni, e cadenti comode braghe
di mood orientale, “Quell’esaurito!” tuona, servendo un’ottima birra trappista
o preparando il celeberrimo cocktail allo zenzero.
Ogni deliziosa bevanda, vero
nettare degli dei, si accompagna ai gustosi piatti nazional-esotici, perfetto
mix di cucina iraniana e italiana ideati e realizzati con maestria dalla
splendida socia.
E come tacere poi del cicchetto
finale, meraviglia di liquore al cioccolato
Ben distesi, un po’ incerta
difatti é la posizione eretta, le pupille sgranate e le gambe molli, rilassati
i compari se ne tornano a casa, dritti dritti a letto
Je t’aime, Mon Anoor!